In programma la Sinfonia n. 3 in Fa maggiore, Op. 90 scritta da Johannes Brahms nell’estate del 1883 a Wiesbaden, quasi sei anni dopo il completamento del precedente lavoro sinfonico, la seconda sinfonia. La prima esecuzione ebbe luogo il 2 dicembre 1883, ad opera della Orchestra Filarmonica di Vienna, sotto la direzione di Hans Richter, che ebbe modo di paragonare la terza di Brahms alla terza Sinfonia di Beethoven (Eroica). Con un acceno di forma ciclica per il ritorno del tema del primo movimento alla fine dell’opera, è la sinfonia più breve del compositore tedesco ma anche la più innovativa. La presenza di Beethoven (“Corale”) aleggia anche nella Sinfonia n.9 in do maggiore “La Grande” di Franz Schubert che con questa composizione di inaudita complessità dimostra a differenza dei lieder e della musica per pianoforte, un percorso musicale progressivo. Infatti la Nona Sinfonia insiema all’Ottava sono meno “classiche “delle precedenti per l’evidente influenza di Beethoven.La stesura inizia nel 1825 e termina l’anno succesivo durante un periodo di serenità (anche economica) per il compositore viennese che morirà (1828) prima dell’esecuzione dell’opera avvenuta nel 1839 a Lipsia sotto la direzione di Mendelssohn ed in seguito al ritrovamneto casuale della partitura grazie a Robert Schumann che la definì un’opera di “celestiale lunghezza”. Ma per sottolineare l’intensa emozione che suscita l’ascolto della Nona dobbiamo sottolineare la frase degna di nota, anche per la sincerità di Igor Sravinsky: “Forse a volte posso sonnecchiare, ma quando mi sveglio mi ritrovo in paradiso!”