Questa nuova stagione teatrale ha segnato l’avvio della tournée della The Kitchen Company che sino a ora ha calcato i palcoscenici di alcuni teatri italiani con ben tre spettacoli – “The Kitchen” di Arnold Wesker, “Mea Culpa” di Eleonora d’Urso e “Nemico di Classe” di Nigel Williams -, riscuotendo un ottimo consenso da parte di pubblico e critica.  Adesso è la volta della commedia francese “Un piccolo gioco senza conseguenze” di Jean Dell e Gerald Sibleyras, due tra i più stimati autori francesi del momento. Conosciuti in Italia grazie al successo di “Un’ora e mezza di ritardo”, pièce brillante interpretata da Stefania Sandrelli e Luciano Virgilio nella stagione teatrale 2006-2007. “Un piccolo gioco senza conseguenze” ha debuttato in prima mondiale a Parigi nel 2003. La pièce ha ottenuto ben 8 nominations ai premi Molière, cosa assai rara, e di questi se ne è aggiudicati 5. In Francia, lo spettacolo, è stato un trionfo di pubblico e di critica e l’eco è arrivata anche in Italia.  La pièce vedrà impegnati cinque attori della Compagnia che saranno magistralmente diretti dalla giovane regista Eleonora d’Urso; lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale all’ultima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto risultando la vera rivelazione del Festival: è stato un vero e proprio successo avendo totalizzato alla fine 1.414 spettatori in 15 repliche, regalandoci un’affluenza del 236% rispetto alla capienza preventivata. Dopo alcune date in giro per l’Italia e la Svizzera (20 marzo Fiorano (Mo); 21 marzo Meldola (FC); 23-24 marzo Cervia; 25-27 Marzo Bellinzona) la commedia approderà al Teatro Italia di Roma dal 6 al 25 aprile. “Un piccolo gioco senza conseguenze” è una commedia dai tratti e colori tipicamente francesi, incentrata sulle vicende e le vite dei cinque protagonisti, che affronta le dinamiche relazionali della coppia e il loro intrecciarsi arrivando, così, a interrogarsi sul valore dell’amicizia, soprattutto quando quest’ultima si mescola al desiderio. Uno spettacolo attuale, denso ed esilarante in cui, per forza di cose, lo spettatore non può non riconoscersi in almeno uno dei personaggi.