“Dentro il Popolo delle libertà saranno accolti tutti, spero anche l’Udc e tutti i rappresentanti dei partiti più piccoli che vorranno unirsi a noi, mentre la Lega, che è un partito territoriale, si federerà al Pdl”.É un cavaliere ecumenico quello in collegamento con “Panorama del giorno”, per presentare la lista unica Forza Italia- An, la risposta alla sfida lanciata dal Pd di Veltroni che rilancia: ”il problema non è fare il maquillage ma fare una scelta coraggiosa. Non conta il cambio di vestito ma la sostanza”. Non così ecumenico il cavaliere al momento di porre l’aut aut a Casini: “o con noi, o senza di noi”, il diktat di Berlusconi, bocciata l’ipotesi federativa avanzata da Casini che replica: “L’Udc non si scioglierà nel Pdl, ad aprile andremo al voto da soli”. Quello tra Casini e Berlusconi non è stato il solo braccio di ferro che ha visto anche consumarsi la rottura tra l’ala radicale della sinistra e quella riformista confluita nel nuovo partito democratico. Paradossalmente, mentre la sinistra radicale si compatta in Sinistra Arcobaleno, si vede tagliata fuori dall’alleanza storica con gli ex cugini. Il vertice tra Pd e Cosa Rossa non ha portato a riavvicinamenti, dopo lo strappo di Orvieto operato da Veltroni. Nessun patto di desistenza al senato, dunque, solo alleanze a livello di collegi territoriali. “Scelta sbagliata”, secondo Diliberto, “scelta di innovazione e coraggio”, secondo il leader democratico, che all’insegna dell’obamiano “Yes we can”, proverà a rintuzzare i dieci punti di scarto che al momento lo dividono da Berlusconi. Sfida inedita, dato lo sgranamento in atto dei due schieramenti elettorali, con relativo emergere di nuovi soggetti ad ambizione maggioritaria, Pd e Pdl. “Conseguenza dello scossone di innovazione che il Pd ha impresso alla vita politica di innovazione”, ha rivendicato Veltroni. Guardare alla diaspora di consiglieri e assessori campani interna all’Udeur, riguardo la possibilità di un passaggio a destra di Mastella: “ora ci sentiamo liberi, non abbiamo chiuso accordi con nessuno” ha detto il consigliere regionale Nicola Caputo. “Vogliamo solo continuare a fare politica”. Quasi uno slogan, in fin dei conti.