Roy Strang è un giovane nato e cresciuto nei più degradati sobborghi di Edimburgo. I suoi passi sono pesanti perchè carichi di ricordi allucinanti e dolorosi, violenti e visionari di un passato degradante, pieno di violenze subite e osate su altri: uno scomodo capolavoro dell’autore irlandese Irvine Welsh, imperdibile ed affascinante, disponibile in Edizioni Guanda, “Tolleranza zero”, pp. 294, euro 8,50.
In coma dopo un maldestro tentativo di suicidio, dal profondo del suo sonno il protagonista racconterà la sua storia. Parole difficili per un protagonista sofferente che, come un drogato intrappolato nelle sue allucinazioni, è deciso a proseguire nelle sue stravolte visioni perché in quel mondo che cerca di trascinarlo “dentro” lui non vuole rientrare: “Posso fare le cose che avrei voluto fare, le cose che ho cercato di fare lassù, nel mondo vero. E comunque, questo mondo per me è vero a sufficienza, e me ne resterò qui fuori dai piedi, dove non possono venire a scovarmi, almeno finché non avrò chiuso il conto”. Un’avventura sconvolgente, a caccia del Marabù, il temibile uccello predatore, incarnazione della malvagità pura e senza scopo, per poter infine placare i tormenti della sua vita passata, tra miseria, degrado, umiliazioni e violenze.
Asciutto, violento, affilato come la lama di un coltello, il romanzo di Irvine Welsh è ora lucido, ora febbrile. Questo lo rende un’eccezionale sfida per un lettore: un certo compiacimento per situazioni violente, uno stile provocatorio che enfatizza i personaggi negativi nascondono a prima vista un’intensa e crudele critica sociale, densa di ironia, che ha reso famoso un altro romanzo dello stesso autore, “Trainspotting”. La punteggiatura, gli spazi bianchi, i caratteri diversi individuano un personaggio, creano come in un film “l’effetto” coinvolgente che dipana la realtà, nuda e cruda parte della società in cui viviamo. Ma una cosa è certa: almeno per questa volta, i “cattivi” non vincono.