Giovani senza prospettive; anziani emarginati, rassegnati; adulti egoisti e indifferenti; gerarchie sociali in trasformazione; economie in dissesto; “intellighenzie” che monopolizzano l’arte: tutti segnali di un possibile imminente e sconvolgente conflitto.
Sembra l’analisi del nostro tempo. È invece il mondo di Anton Cecov magistralmente descritto nel suo “Gabbiano”: la prima guerra mondiale e la rivoluzione sono alle porte e l’apparente, ironica leggerezza del dramma inquieta più di una esplicita tragica. La scelta di rappresentare questo capolavoro nasce dalla sensazione che anche oggi, come per i protagonisti del Gabbiano, spesso ci si chiuda in un disastroso, anche se apparentemente salvifico, “nostro mondo”. È stato tuttavia possibile affrontare questo meraviglioso classico solo avendo potuto disporre della maestria di attori straordinari strappati, per una volta, al proficuo mercato del doppiaggio e tornati alla primaria e amata formazione artistica.
Roma . Teatro Stanze Segrete
Fino al 16 dicembre