Un ritorno quello di Cecchi che giunge dopo lo straordinario successo nelle passate stagioni de I sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello, e che celebra oggi il connubio fra l’attore, il grande drammaturgo francese e la puntuale, rigorosa, ritmica traduzione molièriana di Cesare Garboli. Una messa in scena che già si annuncia magistrale anche grazie all’eccezionale compagnia in cui spiccano Valerio Binasco nel ruolo di Tartufo, Angelica Ippolito, Licia Maglietta e Iaia Forte, già fidati compagni di scena di Cecchi, protagonisti di alcuni tra gli allestimenti più interessanti degli ultimi anni.
Proprio a Tartufo di Molière – l’autore prediletto, che ha accompagnato e nutrito l’intera e intensa parabola intellettuale di CGarboli – si deve l’incontro, nel 1976, tra lo scrittore di Viareggio e Cecchi: un’amicizia quasi trentennale proseguita fino alla scomparsa di Garboli, nell’aprile del 2004. “Fu Cesare – ha dichiarato nel 2005 Cecchi – a parlarmi del Tartufo e a darmi la sua traduzione de Il borghese gentiluomo. Solo allora, leggendo le sue versioni di testi molièriani, capii che il commediografo francese era l’autore del mio teatro: infatti Molière ha cambiato non solo il mio modo di fare l’attore ma il mio modo stesso di vedere il teatro.”
Tartufo – per Cesare Garboli “non un personaggio ma un archetipo” – è figlio di gente povera e, come scrive lo stesso Molière, “avendo pochi mezzi e molta ambizione, senza alcuno dei doni necessari per soddisfarla onestamente, risoluto tuttavia a saziarla a qualunque prezzo, sceglie la via dell’ipocrisia.” Fin dall’inizio, infatti, Tartufo si propone l’esatto contrario di ciò che è; si mostra umile e devoto, restio, sempre, ad accettare doni o favori. Un uomo la cui moralità e valori seducono l’animo di Orgone, che lo erige a modello – oltre che a sua guida spirituale – contro la dilagante corruzione dei costumi e la profonda ipocrisia degli individui.
ROMA – Teatro Valle
dal 13 marzo al 1° aprile 2007