FOMO, ansia, stress e calo del desiderio sono solo alcuni dei danni collaterali causati dalla pandemia. Per approfondire e sensibilizzare sul tema arrivano “(Con)tatto – Il potere delle carezze” e “Psychobugs”, il documentario e la serie dedicati alle conseguenze psicologiche del nostro tempo e disponibili su ARTE.tv, gratuitamente in streaming e sottotitolati in italiano.
L’uomo è un animale sociale, ha bisogno di contatto, di confrontarsi con gli altri individui, di condividere esperienze e ricordi. Nell’ultimo anno, a causa della pandemia, questi bisogni sono stati limitati e messi in secondo piano, portando così gli individui a sperimentare un elevato stress psicologico. Basti pensare che in Italia, solo durante il primo lockdown, sono arrivate oltre 50mila telefonate al numero verde di supporto psicologico attivato dal ministero della Salute e dalla Protezione Civile: le motivazioni di chi ha utilizzato il servizio erano legate a stati di ansia (14%), depressione (13%) o più frequenti stati di preoccupazione generalizzata e altre problematiche pregresse emerse a causa dell’emergenza (oltre il 40%)*.
A confermarlo anche i dati raccolti dai Centers for Disease Control and Prevention, gli organismi statunitensi di controllo sulla sanità pubblica, dai quali emerge che ben il 40,9% degli adulti intervistati ha sperimentato almeno una condizione di salute mentale (ansia, stress, depressione) a causa della pandemia**.
A indagare sul risvolto psicologico del distanziamento sociale e sulle conseguenze dalle limitazioni imposte dal COVID-19, affrontando temi tanto attuali quanto preoccupanti, sono anche “(Con)tatto – Il potere delle carezze” e “Psychobugs”, i due nuovi documentari disponibili in streaming gratuito e sottotitolatiin italiano su ARTE in italiano.
Diretto da Dorothee Kaden, “(Con)tatto – Il potere delle carezze” si concentra sul bisogno e sull’importanza del contatto umano fin dalle primissime ore di un neonato, quando il tatto è il primo e unico approccio con il mondo esterno fino allo sviluppo corretto della vista e dell’udito. In quanto “animale da branco”, inoltre, è proprio grazie al tatto che l’uomo matura il senso di appartenenza a una comunità. Ma cosa accade quando si è costretti a tenere la distanza dagli altri come è successo a causa della pandemia? Esiste una correlazione tra stress e necessità di carezze? Il documentario prova a rispondere a queste domande e a indagare la funzione sociale del tatto a partire da una riflessione sul sistema di recettori e fibre nervose presenti nel nostro corpo.
“Psychobugs” è invece una serie che si concentra sulle conseguenze psicologiche del nostro tempo e sui danni collaterali della pandemia sotto ogni punto di vista: dall’ansia al calo del desiderio passando per dipendenza tecnologica, disperato bisogno di contatto umano e FOMO, Fear of missing out. Con nove episodi di circa 10 minuti ciascuno, la serie prodotta in Germania si dedica alle difficoltà quotidiane che moltissime persone si trovano ad affrontare dallo scoppio della pandemia e alla ricerca dei mezzi necessari per adattarsi (fisicamente e psicologicamente) alle incertezze del nostro tempo.
Gli episodi di Psychobugs
Liberarsi di tutto – Laura vive con il suo compagno ed i loro tre figli in un appartamento… molto pieno. Con il coronavirus, la casa è diventata anche scuola e ufficio. L’accumulo di cose è diventato soffocante: avere troppi oggetti nel proprio ambiente può essere molto opprimente. Come risolvere il problema?
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Tutto e subito – Amatu ha già abbastanza vestiti, ma ne vuole sempre di più. Il culto dell’apparenza, l’appeal dei prezzi bassi, il piacere dello shopping,.. ed eccoci qui, a comprare ancora e ancora. Ma se rallentassimo, soprattutto di fronte ai costi umani perversi del fast fashion?
Aspettatemi! – Non perdere nulla! Sii presente ovunque, sempre! Grazie a Instagram, Whatsapp, Facebook e tanti altri social, siamo connessi al mondo costantemente – ma si finisce per relazionarsi con gli altri fino all’esaurimento. Come fuggire da questo circolo vizioso?
La noia – Tra club e feste, Carlotta è abituata ad una vita piena di stimoli. Poi è arrivata la pandemia, e i suoi piedi sono rimasti fermi. Come tantissimi altri, la ragazza si è trovata di fronte ad una realtà su cui non aveva mai riflettuto: in un mondo colmo di stimoli, annoiarsi è un tabù.
Resilienza – Ciò che non ci uccide ci rende più forti? Questo vecchio proverbio si riferiva senza saperlo a un concetto che oggi va molto di moda: la resilienza. Essere resilienti significa essere in grado di superare situazioni difficili senza crollare. Grégoire e Marie raccontano come hanno fatto del loro trauma un trampolino di lancio per conoscersi meglio – perché la resilienza non è una caratteristica innata, ma qualcosa su cui si può lavorare.
L’angoscia – Attacchi di panico. Mostri sotto il letto. La folla nella via dello shopping. Il futuro. L’attualità. Cosa fare quando qualsiasi cosa provoca un’angoscia incontrollabile? La testimonianza di Jens evidenzia la difficoltà di convivere con un disturbo d’ansia, ma anche possibili sviluppi verso la pacificazione.
Calo del desiderio – La pandemia calma i “bollenti spiriti”: non aver più voglia di fare l’amore diventa normale, o almeno più frequente di quanto pensiate. Secondo alcuni studi, le persone stanno facendo meno sesso in queste circostanze straordinarie, tra ansia e incertezza. Manuel e Caroline ci parlano liberamente del loro rapporto con la sessualità, multiforme e in continua evoluzione.
Quando è troppo è troppo – Durante la pandemia vi siete trovati a stare a casa tutto il tempo e sentirvi comunque esausti? Sembra impossibile concentrarsi su una sola attività con tutti gli stimoli che arrivano da ogni dove! Anche se a tutti succede ogni tanto di sentirsi sopraffatti, per le persone che soffrono di disturbo da deficit di attenzione (ADHD) il costante flusso di informazioni è particolarmente difficile da gestire. E la situazione straordinaria non aiuta…
Vuoi un abbraccio? – Amici su Zoom, giochi su Steam, webinar. Eppure, non ci si è mai sentiti così soli, così bisognosi di affetto…La pandemia ha dolorosamente ricordato che il contatto fisico non è un lusso ma un bisogno essenziale dell’essere umano.