A due anni dal suo esordio dietro il ciak, Silvio Muccino prova a bissare il successo di Parlami d’amore, la pellicola tratta dal libro di Carla Vangelista che ha incassato al box office oltre 8 milioni di euro. Anche stavolta l’ispirazione viene da un romanzo della scrittrice e sceneggiatrice: Un altro mondo racconta la storia di Andrea, giovane della Roma bene inquieto e depresso, mantenuto dalla madre e legato a una ragazza con seri disturbi alimentari. Il giorno del suo ventisettesimo compleanno Andrea riceve dal Kenya una lettera del padre, che lo informa di essere in fin di vita e lo prega di raggiungerlo. Il giovane parte per l’Africa e qui trova Charlie, otto anni, il figlio che suo padre ha avuto da una donna del luogo. Combattuto tra il rifiuto e la compassione, Andrea finisce per portare il fratellastro con sé, a Roma. E questa sarà la sua iniziazione alla vita, agli affetti veri e alle responsabilità. “Non sarà un affresco sui giovani, ma un film che scava dentro il percorso interiore del protagonista senza rinunciare a qualche tono di commedia” spiega Muccino, aggiungendo che “la pellicola porrà al centro della storia il rapporto familiare, le responsabilità, il conflitto generazionale; questo perché per crescere bisogna guardarsi bene dentro, e per farlo si deve partire dai propri genitori”. Co-protagonista del film è il piccolo Michael Rainey Junior, che Muccino ha voluto dopo averlo notato in un video di Tiziano Ferro. “Ma non fate parallelismi tra il film di Gabriele dove c’era un altro bambino di colore (figlio di Will Smith) e Michael” specifica Silvio, alludendo a La ricerca della felicità del fratello Gabriele, campione di incassi e di lodi in tutto il mondo. Sui rapporti tesi tra i due Muccino aveva già riferito il settimanale Vanity Fair, riportando le parole di Gabriele (“Non parlo con Silvio ed è motivo di rinnovato dolore. Credo che sia depresso”) e la successiva replica del fratello (“Non mi so spiegare perché mio fratello abbia detto che io sia depresso. Ed è un po’ paradossale che io debba, a mia volta, dichiarare che è tutto a posto. Confermo che abbiamo avuto una discussione e che non ci parliamo”). Per un Muccino che si fa le ossa in patria, ce n’è un altro che scala la vetta di Hollywood. Il divario è evidente e la competizione scontata. Ai mucciniani l’ardua sentenza.