Grande successo di pubblico per la pièce teatrale, in lingua serba, Phaedra’s Love di Sarah Kane, andata in scena il 3 e 4  febbraio al Teatro India di Roma. L’allestimento della regista serba Iva Milosevic conserva ciò che maggiormente caratterizza le opere dell’autrice inglese, suicidatasi nel 1999, ed esponente della “new angry generation”: eccessi scenici e verbali, una scrittura estrema e visionaria. Phaedra’s Love (Gli amori di Fedra) è una riscrittura mitologica di Ippolito, tragedia scritta da Euripide nel 428 a.C. Protagonista assoluto è Ippolito che, nella versione della Kane, perde la sua natura di eroe tragico simbolo di moralità, e si trasforma in un “principe” che trascorre le sue giornate guardando la televisione, mangiando hamburger e burro di noccioline, consumando rapporti sessuali con sconosciute/i. Ma questo comportamento non impedisce alla sua matrigna, Fedra, di innamorarsene. Un amore, che come nella tragedia di Euripide, la porterà al suicidio. Ciò scatenerà l’ira del re Teseo e del popolo, moderno coro tragico, simbolo del comune senso di bigottismo.Sarah Kane va oltre Euripide raccogliendone quella modernità che aveva caratterizzato il tragediografo greco. Infatti se nell’Ippolito greco l’eroe afferma: “Ah, se il genere umano potesse maledire gli dei”, di rimando nella sconvolgente scena dell’incontro in cella con un prete, l’Ippolito di Kane raccoglie “questa eredità” maledicendo lui stesso un Dio in cui non crede. Nel suo discorso la fede, la religione, il peccato e la confessione si intrecciano presentando un personaggio che, invocando il libero arbitrio, non sconfessa la sua natura crudele restando, fino alla fine, “onesto” solo a questa. La regista, rispettando la tradizione greca, durante la scena finale del linciaggio non mostra la morte di Ippolito (di cui vediamo proiettato su uno schermo il suo viso sorridente) ma la fa raccontare ai suoi attori che, accanendosi su un sacchetto di plastica contenente della carne cruda, mimano e narrano il furore della folla sul corpo del principe. Ma anche in questa opera Sarah Kane è dalla parte delle vittime, dei perdenti. Nessuno è perdonato.“Ritengo che Sarah Kane credesse fermamente nel fatto che la vera emozione sia una e che l’osceno non scaturisca dalla sfera sessuale, ma piuttosto dal malessere dovuto al dover sopportare l’altrui sofferenza e solitudine.” Prosegue Iva Milosevic: “È questo ciò che è osceno: ciò che ci fa provare disagio.” Così la passione bruciante di Fedra, l’onesta crudeltà di Ippolito, la cieca vendetta di Teseo vengono fatte pulsare in scena dalla fisicità, dalle smorfie, dalle voci dei bravissimi Mirjana Karanovic (una star in Serbia), Ermin Bravo (perfetto nel ruolo di Ippolito), Siobodan Bestic (notevole nella scena in cui Teseo si dispera per la morte di Fedra).Quando il teatro è arte.