C’è chi organizza. C’è chi decora.
E poi ci sei tu, che guardi tutto questo con affetto (moderato) ma anche con una certa distanza.
Non è che non ti piaccia la Pasqua.
È che sei già stancə.
Fisicamente, emotivamente, spiritualmente e forse anche esistenzialmente.
Questa guida è pensata per te.
Che non vuoi fingere entusiasmo, ma neanche deludere la nonna.
1. Sì, puoi non fare tutto. E neanche metà.
Le liste pasquali sono lunghe.
Tavola, regali, menu, messaggi di auguri con frasi pensate per apparire serene.
La verità è che puoi fare meno. Anche pochissimo. Anche niente.
La tua presenza vale più delle stoviglie coordinate.
2. Se ti senti fuori luogo, è normale
La primavera ti chiede di rifiorire. La società ti chiede di partecipare.
Il tuo corpo, invece, ti chiede di sederti in silenzio.
Questo contrasto è reale. Non sei tu a essere sbagliato.
È il mondo a essere rumoroso. E a Pasqua lo è più del solito.
3. Festeggiare in piccolo è comunque festeggiare
Un panino con vista. Una colomba mangiata in silenzio. Una preghiera non detta, ma sentita. Non servono 10 persone per creare un momento vero.
Pasqua è anche il gesto minimo che scegli di vivere con senso.
4. Prepara il tuo kit di difesa affettiva
Playlist gentile
Scuse credibili (“devo controllare il forno” è universale)
Persona complice che ti salva nelle conversazioni
Piani di fuga (reali o mentali)
Avere strumenti non significa essere antisociale.
Significa conoscersi. E questo, sì, è pasquale.
5. Anche non sentire niente è un modo di esserci
Non devi provare gratitudine. Non devi sentirti ispirato.
Non devi ricaricare l’anima. Puoi solo essere.
Stanco, presente, leggermente distratto ma ancora lì.
Pasqua è anche un campo minato emotivo per chi non ha voglia di giocare.
E allora, tu resta come sei.
Con la tua tazza, la tua lentezza, e la tua distanza intelligente dalle cose rumorose.
Non devi mostrare gioia.
Basta che non ti dimentichi di respirare.