Fu Freud a individuare l’attinenza tra ciò che è familiare (heimlich) e non familiare (unheimlich), mettendo in risalto come ciò che è familiare si possa rovesciare nel suo contrario, ossia in ciò che è sconosciuto, estraneo, pauroso, fino a scavare a volte abissi invisibili e inconfessabili. È quanto sembra accadere con sempre maggior frequenza scorrendo le cronache di tutti i giorni. Ultimo episodio, il caso della famiglia massacrata a Taranto, dove un medico ha ucciso a colpi di martello la propria moglie e le due figlie prima di suicidarsi. Una strage che va purtroppo a sommarsi a una inquietante escalation casistica. Secondo il rapporto dell’ Eures, presentato nel gennaio 2008 e relativo al 2006, la più alta percentuale di delitti avviene tra le mura domestiche, al primo posto del totale nazionale, in percentuale ancora maggiore rispetto ai delitti di mafia. Stando al rapporto, i delitti in famiglia comprenderebbero il 31,7% degli omicidi, con 195 casi registrati su 621. Una strage continua che insieme alle morti sul lavoro rappresenta un dato sempre più preoccupante all’interno del territorio nazionale, indice di un progressivo sfaldamento del tessuto sociale sul territorio a partire da quello che dovrebbe rappresentarne la base, e cioè la famiglia, vissuta sempre più spesso come polarizzatrice e incubatrice di conflitti e tensioni irrisolte. L’ultimo episodio di Taranto rappresenta purtroppo anche una dolorosa conferma a livello statistico. Sono le donne infatti le più esposte al pericolo, rappresentando il 68% delle vittime. Inoltre, sembra confermare un secondo dato non di poco conto, ossia il fatto che questi episodi maturino spesso presso famiglie di condizioni economiche benestanti o quantomeno non disagiate. Il fenomeno appare infatti in aumento (+12%) soprattutto al Nord (48%) e vede la regione più ricca, la Lombardia, detentrice di questo triste primato. Il dato non è nemmeno troppo sorprendente, a testimonianza forse di come un falso senso del benessere possa alimentare psicosi e solitudini destinate a sfociare in follia.