Un libro capitato per caso tra le mani ha un’anima preziosa che cerca un suo interlocutore a cui affidare il messaggio che racchiude. Tahar Ben Jelloun è nato in Marocco ma vive a Parigi con la sua famiglia da tanti anni. E’ un giornalista diventato famoso come romanziere con il volume “Il razzismo spiegato a mia figlia”, edito nel 1998, che ha raggiunto le 40 edizioni. Nel 2006 ha però pubblicato una nuova novella sul tema del razzismo, in Italia pubblicato da Bompiani con il titolo “Non capisco il mondo arabo”, pp.149, euro 8,00.
Il cuore di questo pamphlet è semplice e profondo al tempo stesso. Mérième e Lidia sono due ragazze di diciassette anni come tante: l’una è cresciuta a Parigi in una famiglia laica di origini marocchine, l’altra è cresciuta a Bologna in una famiglia cristiana. Un giorno, le due ragazze iniziano a scriversi delle e-mail, ciascuna affascinata dall’altra. La semplice curiosità porta, pagina dopo pagina, a capirsi superando necessariamente le differenze d’origine e di credo religioso, per confidare in un dialogo sempre, anche quando sembrano insormontabili le divisioni.
Un libro costruito “in due anni di lavoro lento e quotidiano” scrive nell’introduzione Ben Jelloun, “redatto come una vera corrispondenza, salvo il fatto che ho inventato il personaggio della ragazza italiana e l’ho contrapposto a Mérième, cui chiedevo regolarmente informazioni e consigli”. Un aiuto intelligente perchè utilizza la freschezza del linguaggio giovanile a discorsi sfuggenti e molto impegnativi che richiedono una profonda riflessione da parte di tutti. “Io credo che il problema del razzismo mi riguardi non perchè sono marocchina” spiega Mérième “ma perchè il razzismo non risparmia nessuno. Mio padre mi dice sempre che per capire devo mettermi nei panni degli altri. Per capire serve empatia”