Per essere “uno dei mille”, come l’ha definito Berlusconi, non è certamente uno che passa inosservato, pur essendo oggi l’unico assente alla presentazione dei candidati all’Auditorium della Confindustria. Il caso Ciarrapico continua infatti a produrre un certo imbarazzo in casa Pdl. Dopo il botta e risposta al veleno con Fini (“Fini è uno sguattero”, aveva detto l’editore romano salvo poi presentare le scuse richieste), sono arrivate le prime reazioni da Bruxelles, dove si è tenuto il vertice europeo del Partito Popolare. Argomento del giorno, la proclamata fede fascista del neocandidato Pdl. “Ho sempre detto che respingiamo, sul piano europeo, tutti gli estremismi, di destra e di sinistra”, afferma il presidente del Ppe Wilfred Martens, che rimanda la questione dell’ingresso della Pdl tra i popolari europei al dopo voto: un nuovo partito che voglia entrare nel Ppe deve organizzarsi e cooperare. Esamineremo sulla base del programma secondo i nostri criteri”. Sulla stessa lunghezza d’onda Jean Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, intervenuto a margine del vertice: “Io non conosco questo signore, non so se si dichiara davvero fascista, ma posso dire che non c’é posto per i fascisti nel Ppe”. Il cui vicepresidente Antonio Tajani si affretta a rassicurare: “Ciarrapico è un candidato indipendente inserito in una lista elettorale. E non ha mai chiesto di aderire al Partito popolare europeo”. Polemica finita? Non ancora. L’ultimo colorito affondo spetta ad Alessandra Mussolini, candidata Pdl alle prossime elezioni: « Juncker? Ha un nome che sembra uno yogurt…». Uno yogurt che Berlusconi dovrà digerire se vuole l’ingresso nei popolari europei.