A quattro giorni dalla scoperta del cadavere di Meredith Kerchera, la studentessa inglese uccisa a Perugia nella sua camera da letto, la svolta a quello che pare non essere più un giallo viene da un’intercettazione telefonica, quella da parte dell’americana Amanda, al suo fidanzato Raffaele:le parole che pronuncia suonano agli investigatori come una confessione. E i due stamattina, all’alba finiscono in questura. Due le stanze, da una parte lei, dall’altra lui. Gli investigatori della polizia domandano, loro rispondono, ma si contraddicono, abbastanza perché il fermo diventi più lungo. Lei crolla, piange. Lui nega, poi arrivano i vestiti insanguinati. A questo punto, il terzo nome, quello di Patrick Lumumba, congolese, gestore di un locale perugino, trentasette anni. Secondo la polizia sarebbe lui l’autore del delitto, il protagonista, forse, di una notte di orga e sesso. Ma torniamo indietro alla sera dopo Halloween, primo novembre. Meredith, da due mesi e mezzo a Perugia, un corso all’Università per Stranieri prima, l’Erasmus di Lettere dopo, è a cena della sua amica Sophie. Lascia la casa dell’amica attorno alle nove e mezza di sera. Pochi minuti e si trova ne casolare in affitto in cui vive assieme all’americana, un’altra inglese e Filomena, una ragazza di Cosenza praticante di uno studio di avvocato. A questo punto la storia si tinge di giallo…e di supposizioni ricostruite attraverso l’autospia eseguita da Luca Lalli e le tracce recuperate dalla polizia scientifica. Dunque Meredith è a casa, poco dopo arrivano i tre, Per ”divertirsi”, forse invitano Mez a divertirsi con loro. Raffaele (fidanzato di Amanda), però, dirà che non c’era. Amanda invece ammetterà alcune cose, mentre Lumumba non è stato ancora sentito. Il divertimento si trasforma in orgia, ma Meredith non ci sta. Troppo tardi. Uno di loro la tiene ferma mentre un altro la violenta.Tra urla, grida, minacce, spunta il coltello, secondo gli investigatori, che affonda nella gola della vittima. Il corpo di Meredith, sul materasso tra mezzanotte e le 2. Viene simulata una rapina, i due cellulari dell’inglesina, buttati Il giorno dopo, i primi ad arrivare alla casa sono proprio Raffaele e Amanda. Si fingono vittime di un furto, addirittura restano perplessi davanti al cadavere. Mentono per altri quattro giorni. Poi il fermo. Alla scienza l’ultima parola.