Il candidato repubblicano ha esordito con l’annuncio di aver rimpiazzato tutto il suo staff con “Joe l’idraulico”, il piccolo imprenditore dell’Ohio ampiamente citato nel dibattito televisivo. McCain ha, poi, detto di aver controllato le tracce del “Mickey Mouse” che si era “passato” per Obama in Florida: ha, infatti, ironizzato “Il topone è un repubblicano”. Il senatore dell’Arizona ha, infine, rivolto lo sguardo ai presenti, per lo più “democratici di Manhattan”, confidando che qualcuno fa segretamente il tifo per lui ed esclamando, così, tra le risate generali: “Felice di vederti qui, Hillary!”. Obama ha, dunque, contributo ad animare la serata in favore del fondo per i bambini poveri, intitolato al defunto governatore di New York, durante la Grande Depressione, Alfred Smith, con altrettante battute a raffica: “Barack?” “In swahili vuol dire “quello là”, mentre il secondo nome “Hussein?” “Chi me l’ha dato non immaginava che avrei corso per la presidenza”, concludendo “Il mio punto di forza? L’umiltà”, “Il mio punto debole? Sono un po’ troppo bello”.