A tre anni da “I misteri di San Pietroburgo”, Giuliano Montaldo racconta una storia di grande attualità in cui si fondono crisi economica e precarietà degli affetti. La storia è quella di Nicola Ranieri (Pierfrancesco Favino), un industriale torinese, figlio di un immigrato pugliese, che si scontra con una devastante crisi economica (specchio della realtà dei giorni nostri) e tenta disperatamente di salvare dal fallimento l’azienda e i settanta operai che ha ereditato dal padre.Una crisi che invade anche il privato: Nicola non riesce a comunicare con la moglie Laura (Carolina Crescentini) e il solco si fa più profondo quando la banca gli “suggerisce” la soluzione dei suoi problemi attraverso una firma di avallo dell’arrogante suocera. Piace l’intensa prova attoriale di Favino che mette in evidenza il pathos vissuto da Nicola insieme alla moglie che vuole ritrovare l’uomo divertente e spensierato di un tempo. Notevole la fotografia di Arnaldo Catinari che impregna la bella sceneggiatura del regista e di Andrea Purgatori in una luce livida e plumbea. La luce di una Torino fredda, avvolta nella nebbia e nel nevischio dei mesi di gennaio e febbraio. Una città paralizzata dalla crisi con pochissimo traffico e un lontano sottofondo di voci di protesta che reclamano lavoro, lavoro! Colonna sonora che si unisce alla coinvolgente musica di Andrea Morricone che scandisce la drammaticità di una vicenda dall’epilogo ambiguo e suggestivo.