Tratto dall’omonimo romanzo di Mordecai Richler (scomparso nel 2001), La versione di Barney è un “film epico”. Epico perché al centro dell’intera pellicola troviamo un (anti)eroe: Barney Panofsky. Paul Giamatti, in stato di grazia, dona carne ed ossa a questo magnifico personaggio nato dalla penna dello scrittore canadase capace, con il suo stile arguto e irriverente, di trasformarlo in un icona del XXI secolo.“Un uomo ordinario alle prese con una vita straordinaria”, quasta l’essenza della pellicola diretta da Richard J. Lewis (regista per nove stagioni della serie televisiva CSI: Scena del crimine) che alternando passato (il film attraversa ben quattro decadi) e presente del protagonista, espone in 135 minuti, scorrevolissimi, ciò che il titolo stesso anticipa: la versione di Barney o meglio la sua vita. Lo spettatore, in un rapporto empatico, ripercorrerà le tappe del “successo” di Barney: la sua giovinezza bohemien in Italia (bellissime le location romane); la nascita della sua casa di produzione (dal nome evocativo: Produzioni Totalmente Inutili); l’insuccesso dei suoi tre matrimoni; il problema dell’alcolismo; il senso di colpa per la scomparsa del suo migliore amico. Una sorta di viaggio a ritroso che il protagonista intraprende per raccontare la sua vita ma soprattutto per ricordarla a se stesso. Di Barney colpisce la sua consapevolezza di ciò che è stato e di ciò che sta per divenire. Un uomo che dietro una facciata di irriverenza, difetti e vizi nasconde un animo generoso che riuscirà a toccare le corde più intime dello spettatore.Michael Konyves, giovane e talentuoso seneggiatore, è riuscito nell’arduo compito di trasferire dalla carta al grande schermo una storia complessa in molti suo aspetti. In primo luogo nella dimensione psicologica dei personaggi, tutti perfettamente tratteggiati. Alcuni personaggi come il padre di Barney, Izzy è stato ampliato per dar maggior risalto al suo interprete, Dustin Hoffman le cui incursioni risultano divertenti (imperdibili le sequenze della cena-incontro con i futuri suoceri) e degne dell’attore di razza che tutti conosciamo. Inoltre non è stata esclusa la dimesione politicamente scorretta del romanzo se consideriamo che l’autore con i suoi lavori era riuscito a farsi nemiche le tre principali comunità canadesi: i franco-canadesi, i puritani WASP e gli ebrei. La versione di Barney è un film riuscito. Un film da non perdere al quale anche l’Italia ha dato il suo contributo nella realizzazione. Infatti il film è co-prodotto da Domenico Procacci mentre le musiche sono state realizzate da Pasquale Catalano (Le conseguenze dell’amore, Mine Vaganti).