L’epistemologia al centro del racconto. I personaggi scoprono se stessi e gli altri grazie alle vicissitudini di cui sono protagonisti e, spesso, diventano proiezione o specchio di chi legge. D’altronde, sono innumerevoli e incredibili le clausole del patto finzionale tra autore e fruitore. Ma più allettante è l’ansia di scoprire e di tenersi incollati al testo, attraverso il racconto a scatole cinesi con un finale imprevedibile.Così imposta il percorso a ritroso Pearl Cook, moglie fedele di Holland. Siamo nel 1953, in un quartiere nebbioso ai margini di San Francisco e al cospetto del Pacifico. Holland e Pearl di sono conosciuti due volte: la prima, nel Kentucky, dove erano cresciuti insieme; la seconda su una spiaggia di San Francisco, dopo la guerra. Lei lo amava dai tempi della scuola e aveva aiutato la madre di lui a nasconderlo per evitare che venisse arruolato. Al loro secondo incontro lui non ricordava il nome di lei, ma in un batter d’occhio le chiedeva di sposarlo. Il loro è un matrimonio apparentemente sereno e sommesso, anche quando il figlioletto Sonny viene colpito dalla poliomielite. E parte del mistero della loro vita, si spiega con l’improvvisa comparsa nella loro vita di Buzz Drummer, un bianco che Holland aveva incontrato in un ospedale militare e del quale era divenuto l’amante. Buzz promette una fortuna a Pearl in cambio di Holland. Fino alla nascita di un triangolo morboso, fatto di complicità, segreti e sotterfugi….”La storia di un matrimonio” di Andrew Sean Greer, già ribattezzato “il nuovo Proust”, osserva il mistero dei legami affettivi, il dramma della separazione e la solitudine. E spinge il lettore a fare ipotesi per colmare ciò che è taciuto, grazie a una scrittura dall’arcana sensualità.
Andrew Sean Greer
La storia di un matrimonio
Adelphi