Il secondo tomo della trilogia di Millenium ha venduto oltre seicentomila copie, per un totale di undici riedizioni. Quindi, dal film numero due della saga firmata Stieg Larsson ci si attendono risultati brillanti. A pochi mesi dall’uscita della prima pellicola, Uomini che odiano le donne, contestato dalla critica ma trionfante al botteghino, il vasto pubblico dei larssoniani può tornare a dibattere sulla qualità dell’adattamento cinematografico dei suoi eroi preferiti. In attesa dell’ultimo film della serie, La regina dei castelli di carta, previsto per la primavera 2010.La seconda parte della storia ambientata in una Stoccolma algida e torbida, che ha consacrato il compianto Stieg Larsson autore cult del nuovo millennio, si fa ancora più cupa e intricata: due giornalisti della rivista “Millenium” (che ha un omologo reale nella rivista svedese “Expo”, di cui Larsson è stato Direttore responsabile dal 1999 al 2004, anno della morte) durante un’inchiesta sul mercato del sesso in Svezia, vengono brutalmente assassinati e sull’arma del delitto spuntano le impronte di Lisbeth Salander (l’attrice-rivelazione Noomi Rapace), ragazza dal passato difficile e dal temperamento violento, ora scomparsa. Ma Mikael Blomqvist (Michael Nyqvist), direttore di “Millenium”, non crede alla colpevolezza di Lisbeth: la conosce e sa che agisce con violenza solo se spaventata. Il giornalista inizia la sua indagine parallela a quella della polizia, sondando i bassifondi della malavita svedese e scoprendo verità sconvolgenti sul conto di Lisbeth. “Per molte cose assomiglio a Mikael, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti morali e politici che lo muovono” ha detto Nyqvist, balzato dal teatro ai riflettori proprio grazie ai film di Millenium. Ne La ragazza che giocava con il fuoco “Daniel (il regista new entry Daniel Alfredson) ha cambiato lo stile narrativo rendendo centrale l’inseguimento della notizia. Ha cambiato anche alcuni accorgimenti tecnici, ad esempio si è passato dalla camera fissa alla steadycam”. Risultato: un thriller dai ritmi più frenetici e concitati, in cui il nodo centrale è la caccia alla verità. Che è anche il motore della storia scritta da Larsson, perfetta incarnazione del cronista: l’indagine scomoda della realtà, la denuncia delle irregolarità e degli scandali sepolti sotto la patina del benessere.