Attore e regista. Due ruoli per Alessandro Gassman che debutta, domani al Teatro Eliseo di Roma con ‘La parola ai giurati’ di Reginald Rose, nella traduzione di Giovanni Lombardo Radice. Con lui altri undici attori per uno spettacolo che coinvolge il pubblico nel gioco delle reazioni scatenate all’interno del racconto. Uno spettacolo, dunque,”corale”, come lo definisce il regista nella conferenza stampa che si è tenuta oggi nel foyer dell’Eliseo. Al contrario di quello che succede spesso nella società di oggi e ancora più spesso in televisione – ha spiegato Gassman – qui non prevale chi urla di più, ma chi ascolta di più e capisce meglio quello che l’altro sta dicendo pur non essendo d’accordo”.Una commedia attualissima che insegue la realtà di oggi anche se ambientata nella New York degli anni ’50. Qui una giuria popolare, composta da dodici uomini, di diversa estrazione sociale, età e origini, si chiude in Camera di Consiglio per decidere del destino di un ragazzo ispano-americano accusato di parricidio. Devono raggiungere l’unanimità per mandarlo a morte e tutti sembrano convinti della sua colpevolezza.Tutti meno uno che cerca d’insinuare negli altri un dubbio sulla colpevolezza dell’imputato. Un “ragionevole” dubbio che possa incrinare certezze che manderebbero a morte un innocente.”La parola ai giurati” vuole essere un importante contributo al cambio di domanda di questi tempi: non “se” ma “quando” verrà cancellata questa pratica incivile che Amnesty International combatte da oltre 40 anni. La risposta è:”presto”.