LA FESTA (martedì 8 e mercoledì 9 dicembre) è un testo tra i più rappresentativi di Spiro Scimone, il primo scritto in lingua italiana nel 1997, arrivato alla Comédie Française nel 2007 per essere poi prodotto e rappresentato con successo al Théâtre du Vieux Colombier. Tre personaggi – padre, madre e figlio – protagonisti di un nucleo familiare capace di innescare un crudele meccanismo di gioco, in cui ognuno recita la sua parte: la madre assillante che accentua il suo ruolo di vittima, il padre che fa la voce grossa per mascherare la propria debolezza e dipendenza, il figlio sfacciato ed arrogante, viziato nel suo essere padrone assoluto. Un meccanismo scandito da dialoghi brevi, spezzati da parole crudeli, efferate, cadenzate da un ritmo quasi jazzistico, in continuo bilico tra ferocia e comicità. Un vero e proprio rito che si consuma durante i festeggiamenti per i trent’anni di matrimonio di genitori ineluttabilmente legati, come le incessanti variazioni di un medesimo tema. Forte di uno stile sicuro e riconoscibile e di una lingua italiana in grado di innestare le domande più aspre del presente nelle piccole ossessioni del quotidiano, giovedì 10 e venerdì 11 dicembre andrà quindi in scena IL CORTILE che, a quattro anni dal precedente La Festa, continua il percorso conoscitivo all’interno del ritmo e della precisione che non lascia via di scampo. Un dialogo memorabile tra Peppe e Tano ai quali si aggiunge Uno: tre derelitti umani, immersi nell’immondizia ridotti alla quasi immobilità. Fuori dal tempo ma con la voglia di vibrare alla vita, i tre disegnano una quotidianità violentemente votata al grottesco anche perché ben calata nell’oggi e nel degrado. Con un linguaggio nuovo, traboccante di significato, capace di tenersi in bilico tra realismo e liricità, tra fisicità e leggerezza e tra tragedia ed ironia, gli attori costruiscono uno spettacolo che, più di altri, si affida al rapporto stretto fra la scrittura e la scena, fra la parola e il corpo, dove la carne e la voce sono gli elementi caratterizzanti della metafora poetica.  L’11 dicembre troverà spazio anche una LECTIO MAGISTRALIS per gli allievi dell’Accademia d’Arte Drammatica “Silvia d’Amico” aperta a tutto il pubblico (dalle ore 11.00 alle ore 14.00), ma la  monografia si completerà sabato 12 e domenica 13 dicembre con l’allestimento di LA BUSTA, testo elegantemente geometrico, dove emerge brutalmente la violenza del potere e di chi lo detiene, che già era il sottinteso di Nunzio, alimentava le battute di Bar ed animava le atmosfere de La Festa, costruendo una premessa alla desolazione del Cortile. Ne è protagonista una società popolata di personaggi disumani che, in uno spietato alternarsi di battute comiche e crudeli, si stringono intorno ad un Signor X che ha ricevuto una busta senza motivo e ne ricerca la causa: ma deve aspettare e passare attraverso una estenuante e vuota trafila, scontrandosi con il Segretario, un invisibile Presidente, un Cuoco, e subendo soprusi, discriminazioni e prepotenze, in uno spettacolo intenso e vicino all’oggi ed al potere che lo afferma.