Di lei s’innamora il Duca di Pontarcy che la sposa. Ma Frou Frou presto s’annoia e rimpiange la vita di prima, allegra e frivola, finché il duca la pesca con uno spasimante e chiede il divorzio.
 
Il Duca di Pontarcy. ministro delle Poste e Telegrafi, corteggia Edy, una telefonista, e si reca spesso nell’ufficio dove la ragazza lavora, per farle una corte spietata. Ma Edy ama (ed è ricambiata) un giovane scapestrato, il quale a suo tempo ebbe una relazione con Frou-Frou, stella del Tabarin, ora sposata allo stesso Duca di Pontarcy. La trama dell’operetta si snoda, infatti, sulla base di situazioni intriganti che si creano in relazione ai vincoli affettivi che legano questo quartetto.
 
Equivoci comici si susseguiranno insieme a situazioni paradossali. La minaccia del suicidio di Frou-Frou, che porterebbe al crollo della carriera politica del Duca di Pontarcy, riuscirà a dare equilibrio ai rapporti tra i protagonisti. Con un libretto da “pochade” e un sapiente dosaggio musicale, questa operetta ottenne un grandissimo successo.  L’aria d’entrata di Frou Frou divenne popolarissima, così come il duettino “Ah, come si sta ben” e non ci fu compagnia d’operetta in Italia che non annoverasse nel suo repertorio questo titolo. Ogni soubrette voleva essere la duchessa Frou Frou. Riproponiamo questo spettacolo, in cartellone per tutti gli Anni Venti, che rispetto a “Cin ci là” e “Il paese dei campanelli” ha perduto un poco della sua notorietà: e dire che questo lavoro rievoca come pochi l’atmosfera svagata e ironica dell’operetta italiana del primo Novecento.
Roma.Teatro salone Margherita
10, 11, 12 marzo 2011 ore 21,00