“Da donna, regista e attrice non potevo non trattare la tematica della violenza nei confronti delle donne” , afferma Laura Silva che con la sua interpretazione dà voce ad ogni donna violata. Stuprata nel cuore della notte da Tarquinio (Matìas Ferres), che le ammazzerà onore e vita, Lucrezia inizierà una rapida discesa negli abissi della disperazione e della vergogna. I disegni di luce, curati da Alejandro Szklar, insieme ai costumi creano immagini chiare, che si fondono in armonia con il testo. Le vesti colorate della protagonista diventeranno a poco a poco più scure e il volto verrà segnato dalle lacrime e dalla colatura del trucco, rispecchiando la sua perdita d’identità. Perché la violenza carnale non viene interpretata come un fatto isolato “è’ piuttosto la porta d’ingresso di un inferno dal quale, come in un labirinto, non si trova più la via d’uscita”. Per questo ne vengono scrutate le conseguenze su chi la subisce. La vittima si sente privata di se stessa e della sua intimità. Lucrezia si ucciderà con il suo pugnale per non vivere nella vergogna, la morte del corpo dopo la morte dell’anima.Al servizio di una drammaturgia dai toni intensi e dall’accento latino, che lascia trasparire le grandi capacità interpretative dei due attori che recitano in italiano nonostante siano argentini, i movimenti coreografici curati da Gisela Delgado. Al termine delle rappresentazioni a Roma la compagnia si sposterà in Spagna.