Debutta in sala l’8 maggio in 20 copie distribuite da Istituto Luce, il lungometraggio prodotto da CSC – Scuola Nazionale di Cinema, Luce e Rai Cinema: La casa sulle nuvole, opera prima di Claudio Giovannesi. Adriano Giannini ed Emanuele Bosi sono due fratelli romani in in viaggio verso  Marrakech alla ricerca del padre (Emilio Bonucci) che non vedono da 12 anni. Una storia , quella che ci racconta il regista che nasce da un piccolo soggetto scritto in occasione del  diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia e poi diventato un documentario dal titolo Appunti per un film in Marocco. Per l’occasione, dice Giovannesi, mi recai in Africa, volevo rintracciare tutti quegli italiani residenti in Marocco e fuggiti dall’Italia tra gli anni Sessanta e Settanta. Durante le mie ricerche mi accorsi che esistevano fondamentalmente tre tipologie di italiani: l’imprenditore, il gallerista e per finire quello che è poi diventato il protagonista del mio film, un figlio degli anni Sessanta che sognava la rivoluzione e che ha cercato di organizzarsi e di ricostruirsi, senza riuscirci, una vita in un luogo esotico. Il mio film, continua, parte esattamente da qui, da un padre fuggito dodici anni prima in Marocco e di due figli che partono alla sua ricerca nel tentativo di “ricollocarlo” nella loro vita. Un padre che è un po’ un figlio e di figli che finiranno per essere un po’ padri. Recupero di una generazione in fuga dalle responsabilità ma anche contatto con la diversità. La casa sulle nuvole propone, infatti, un modello islamico di famiglia forte a differenza dell’esperienza deludente che vivono i due fratelli di fronte al fallimento del padre. Ma in fondo, riprende il regista, ero più interessato a metterlo davanti ai suoi figli, due ragazzi cresciuti che una volta arrivati in Marocco comprenderanno le ragioni della sua scelta e smetteranno di giudicarlo.