La domanda è antica: l’amore libera o rende schiavi? La bisbetica Caterina è stata plagiata o ha trovato la sua vera natura nella totale sottomissione a Petruccio? E alla fine chi è il vero domatore? Il maschio sulla femmina o viceversa? Ovvero: chi doma chi?  La bisbetica domata si compone di due trame incrociate. La principale racconta la vicenda di Caterina, l’insolente figlia maggiore di un signore padovano scelta come sposa da Petruccio, giovane veronese allettato dalla sua ricca dote. Per domarne il carattere ribelle Petruccio la costringerà a privazioni e umiliazioni di ogni genere fino a farne la più docile e innamorata delle mogli. A questa trama fa da cornice un’invenzione squisitamente teatrale: quella del calderaio ubriaco Sly, al quale un nobile signore fa credere di essere un ricco riverito dai suoi servi, a beneficio del quale viene allestita la rappresentazione che il pubblico vede insieme a lui. Il “prologo” trasposto dal regista al contemporaneo, ci mostra una visione cinica che confonde la realtà con il sogno: la burla di un potente signore che illude un uomo povero di essere sempre stato ricco ma, a causa di una misteriosa follia, ha sempre creduto di essere povero. Lo stesso metodo che Petruccio usa per ribaltare la realtà di Caterina, facendole credere che la sua condizione di bisbetica è solo un’illusione, come una maschera, motivo per cui è lo stesso attore ad interpretare le due parti. La Bisbetica Domata è un gioco comico ricco di travestimenti di teatro nel teatro in cui l’apparenza prevale sulla realtà, dove si esamina il lato dominante del “maschio”, e di come questi sappia esercitare sugli altri, programmaticamente, il suo potere sessuale ed economico.La nostra vita è una guerra di potere dove tutti fingono di essere altro da ciò che sono. Ognuno con il suo obiettivo da raggiungere e una battaglia da vincere, ognuno con le proprie armi: potere, denaro, inganno, umorismo, forza, tortura.  Ma tutto rispecchia lo stato di lotta dei personaggi, come gli evocativi costumi in bianco “camouflage militare”, ed allora lo spazio scenico diventa una metaforica arena di addestramento dove, con veri attrezzi da palestra, gli attori giocano partite differenti e si allenano per combattere guerre di vita quotidiana, in un’atmosfera sonora che parte dall’elettronica per fondersi in canti classici ed in melodie evocative d’epoca elisabettiana. Un luogo di cambiamenti, trasformazioni e metamorfosi. Uno spazio per la mutazione dove Petruccio avvia il suo programma di addestramento alla sottomissione di Caterina.La morale? Nel teatro i rapporti sono come nella vita: frutto di abili manipolazioni e la vita è un labirinto di illusioni dove è facile rimanere ingabbiati.  ROMA. SILVANO TOTI GLOBE THEATRE DI VILLA BORGHESE Dal 4 settembre anteprime per il pubblico
Lo spettacolo sarà replicato fino al 20 settembre