Joe Wurzelbacher, un uomo alto quasi due metri, con un corpo tutto muscoli e senza capelli, è salito alla ribalta dell’opinione pubblica americana: l’idraulico dell’Ohio, infatti, protagonista indiscusso del dibattito tra i candidati alla Casa Bianca, durante il confronto alla Hofstra University, è diventato subito dopo il simbolo dell’accesa campagna elettorale. La frase “Joe the Plumber”, Joe l’idraulico, introdotta da John McCain, è stata, infatti, poi, adoperata da entrambi gli sfidanti: è stata nominata ben altre 8 volte, ma in totale Joe è stato citato 26 volte in 90 minuti di dibattito, rispetto alle 16 occasioni in cui si è parlato dell’economia, il tema centrale delle elezioni, ed alle 9 volte in cui si è trattato il tema dell’Iraq.

McCain ha, quindi, giocato la carta “Joe the Plumber”, perché, pochi giorni fa, durante un evento elettorale a Toledo, Ohio, l’idraulico ha “fermato” Obama davanti alle telecamere, stringendogli la mano, in t-shirt a maniche corte, e domandandogli: “Ma lei crede nel sogno americano?”, rimproverando il candidato democratico del piano d’aumento delle tasse, che “mi impedirà di acquistare l’azienda dove lavoro”.  Obama, in quell’occasione, rendendosi conto di avere davanti un avversario, se ne  liberò con un “lavorerò per lei anche se non voterà per me”, certamente non aspettandosi che sul palco della Hofstra University “Joe the Plumber” avrebbe continuato ad inseguirlo.  Il candidato democratico ha dimostrato, però, sul palco televisivo un’abile gestione dell’inaspettato imprevisto, riferendosi ai “tanti Joe Plumbers della classe media d’America”: “Avranno più benefici dal mio piano economico che riduce le tasse al 95 per cento delle famiglie che non dalle politiche di McCain simili a quelle errate di Bush”.

Joe l’idraulico, tuttavia, ha tenuto banco anche nel dopo-dibattito, dove si sono confrontati i portavoce delle campagne rivali: David Axelrod, stratega di Obama, ha dichiarato che “idraulici, operai e casalinghe avranno più benefici fiscali con noi”, mentre Steve Schmidt, stratega repubblicano, ha rigettato che “Joe parla per l’America reale che comprende chi è Obama ed adesso è impaurita”.
Joe Wurzelbacher, naturalmente, dopo aver seguito il dibattito in tv, comodamente seduto sul divano della sua casa di Holland, ha passato poi la giornata al telefono, a rispondere alle domande dei giornalisti, che volevano sapere tutto di lui, a cominciare da chi voterà il 4 novembre: “Questo non lo dico, ma mai avrei pensato che durante una campagna elettorale si parlasse di me”, ha dichiarato, affermando di aver “sempre voluto fare una domanda ad un candidato presidente”.

L’operaio ha, inoltre, parlato del “sogno americano” di comprare l’azienda dove è impiegato, confidando: “Non guadagno di certo 250 mila dollari, ma spero di riuscirci e quel giorno non vorrei essere tassato perché sarebbe come essere penalizzati per avere successo, è una cosa sbagliata, socialista, ognuno in questo Paese ha il basilare diritto di guadagnare. Se un presidente decide di tassare chi guadagna più di 250 mila dollari chi ci assicura che presto non colpirà anche chi arriva a 150 mila dollari?”.