Sono ricercatori e calciatori, pasticceri e musicisti, architetti e preparatori atletici, cameramen e pizzaioli. 800 italiani residenti in Qatar (su un totale di un milione e 200mila stranieri contro una popolazione locale di un milione), nuova frontiera dell’emigrazione, dove si vive bene, si guadagna molto e in fretta, ma non si scappa. Senza un exit permit, il visto d’uscita concesso dallo sponsor (obbligatorio e qatarino), infatti, gli stranieri residenti non possono lasciare il Paese.
Sul numero di “Io donna”, in edicola sabato 29 luglio, in un reportage di Elisabetta Rosaspina la mappa dei nostri espatriati nel Paese che ospiterà i Mondiali di calcio nel 2022. In cima alla lista, “Spillo”, Alessandro Altobelli, dall’anno scorso commentatore sportivo della tivù Al Jazeera. E visto che la nostra reputazione in ambito calcistico non ha rivali, Diego Longo, dopo sette anni di Romania, ha trovato l’America nel Golfo come preparatore atletico nell’El Jeish, squadra calcistica di serie A. Tutti clienti affezionati di “lo Spaghetto”, il ristorante aperto sette anni fa, nel popolare quartiere di Al Sadd, da Luigi Papasodaro, presidente degli azzurri del Qatar.
Ma ci sono anche le italiane: Sara Tomei lavora al Weill Cornell Medical College, la prima scuola di medicina americana al di fuori dei confini statunitensi: «A Doha ho trovato finanziamenti illimitati per la ricerca sulla genetica dei tumori. Soprattutto posso condurre le mie ricerche su una popolazione contraddistinta da una forte consanguineità, a causa dei matrimoni fra cugini di primo grado. Qui ci sono denaro, strumenti, cervelli, se hai qualcosa in mente puoi farlo». Mentre la milanese Angelica Brioschi ha conquistato i qatarini con il suo tiramisù: «I ristoranti di Doha mi pagano tutto: aereo, visto, assicurazione medica privata, affitto di casa e bollette. Ma devo restare almeno due anni, o sborsare una forte penale. E ho anche trovato l’amore». E su iodonna.it il reportage fotografico di Isabelle Eshraghi.