Negli anni Venti le donne (pochissime) cominciarono a vestirsi con capi maschili per comunicare la loro emancipazione sociale. Durante gli anni Quaranta molte icone, tra cui Virginia Woolf, si vestivano da uomo per proclamare una nuova sicurezza sessuale.
Dagli anni Sessanta in poi, con la contestazione giovanile, lo scambio di pezzi di abbigliamento tra uomo e donna diventa pane quotidiano, ma lentamente perde il suo significato sovversivo e ne assume uno più generico e più tranquillizzante di eguaglianza. Oggi le donne sono tornate ad affermare solidamente la propria femminilità anche attraverso capi rubati ai propri fidanzati.
Che sia un doppiopetto di panno blu della marina militare o un classico giubbotto da baseball con le maniche in pelle, istintivamente riconosciamo che abbiamo di fronte un capo dalle caratteristiche maschili. Non resta che abbinare lo stivaletto Carol, la nuova proposta di Scholl, e mescolare il tutto con qualcosa di molto femminile come una camicia a pois de zia o puntare su una camicia da uomo bianca oversize con sotto solo un paio di leggings neri. Il gioco degli opposti è servito.