Leonardo. Personalità affascinante, ogetto di studi, ricerche, analisi. Ma chi era veramente Leonardo? Quale lo stile e le aspirazioni del suo pensiero? Un personaggio isolato, geniale inventore, dedito a pratiche magiche e misteriose? Sua l’immagine che hanno rimandato negli ultimi decenni gli studiosi e i divulgatori della sua opera? Le risposte a questi interogativi le troviamo nell’esposizione ospitata a Palazzo Venezia, «La mente di Leonardo. Nel laboratorio del Genio Universale». Presentata dal Soprintendente del Polo Museale Romano Claudio Strinati, dal curatore Galluzzi e dal direttore dei Musei Vaticani Paolucci, la mostra proietta Leonardo nel contesto in cui operò, accompagnando il visitatore in una dimensione che illustra non solo l’evoluzione non lineare del suo pensiero ma evidenzia che gli aspetti tecnico-scientifici non sono separati dalle riflessioni e dalle realizzazioni artistiche. Un percorso diverso, dunque, articolato in tre concetti: forma, movimento e rappresentazione perchè come ha ricordato Galluzzi la mente di Leonardo è una sola, uma mente capace di decifrare i processi della ragione che presiedono ai fenomeni fisici e nel contempo protesa in una perfetta imitazione della natura nel disegno e nella pittura.Una mostra coinvolgente che approda a Roma (30 aprile/30 agosto ) dopo lo straordinario successo riscosso nella sua prima presentazione alla Galleria degli Uffizi (2006) e nei successivi allestimenti in Giappone (a Tokyo, al Museo Nazionale, ebbe quasi novecentomila visitatori in soli tre mesi, risultando la mostra del 2007 più visitata in assoluto nel mondo), in Ungheria e in California. E che con filmati e riproduzioni ad alta definizione, modelli funzionanti costruiti con rigore e con tecniche e materiali storicamente plausibili, postazioni digitali che danno accesso a contenuti interattivi, visualizzazioni virtuali di opere perdute di Leonardo, opera una spendida sintesi tra l’arte e la tecnologia , proprio come sarebbe piaciuto al Genio Universale.