Una mostra per raccontare la storia del Nordisk Teaterlaboratorium/Odin Teatret – più noto semplicemente come Odin Teatret – attraverso i manifesti degli spettacoli e degli eventi, i programmi di sala, le foto di Tony D’Urso e alcuni video degli spettacoli e delle dimostrazioni di lavoro teatrale.
Da venerdì 16 marzo a domenica 15 aprile 2007 la Casa dei Teatri di Roma accoglie Odin Teatret. Immagini di un’avventura teatrale, un focus sulle immagini e l’immaginario del celebre gruppo di teatro che nel 2007 compie 43 anni.
La mostra è curata da Piera Storari e Silvia Ruffini della Biblioteca di Area delle Arti-Sezione Spettacolo Lino Miccichè dell’Università Roma Tre e promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, dall’ETI-Ente Teatrale Italiano, dalle Biblioteche di Roma e dall’Università Roma Tre, d’intesa con il Municipio Roma XVI, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura e Roma Multiservizi.
Il materiale esposto proviene dalla selezione di un cospicuo fondo che la Biblioteca di Area delle Arti – Sezione Spettacolo Lino Miccichè dell’Università Roma Tre ha acquisito nell’ambito di un progetto di cooperazione con il Nordiske Teaterlaboratorium di Holstebro, in Danimarca, in previsione della costituzione di una selezione ragionata dell’ormai sconfinata bibliografia sull’Odin Teatret e allo scopo di diventare un importante punto di riferimento in Italia per gli studi sul gruppo teatrale.
Odin Teatret. Immagini di un’avventura teatrale illustra il lungo percorso del gruppo attraverso le immagini dei poster dalla straordinaria pregnanza figurativa, una modulazione cromatica e del segno che a volte esalta il particolare mentre in altre evidenzia una composizione pittorica densissima di matericità e vita. Grazie ad una grande libertà compositiva e alla sapiente architettura dei suoi prestigiosi autori – fra i quali anche Peter Bysted e Marco Donati – tutti i manifesti evocano gli elementi chiave dell’evento cui sono dedicati: un oggetto, un’impronta, un tono cromatico, un frammento della messa in scena, il senso complessivo di una ambientazione.
Ecco allora l’alchimia de Il Vangelo di Oxhyrincus, la filigrana metafisica di Talabot, il preraffaellita Judith o l’archetipico epigramma di Mythos: tutte illustrazioni e disegni o fotografie ricomposte nelle pagine del manifesto o del programma di sala che ci raccontano di nuovo la parabola unica dell’Odin.
Gli autori dei manifesti in mostra sono spesso artisti attivi, oltre che nel campo delle arti figurative, anche in quello dello spettacolo in generale e in particolare dell’Odin Teatret. È il caso di Else Marie Laukvik, una dei fondatori dell’Odin, di Luca Ruzza, scenografo di alcuni dei loro spettacoli, e di Dario Fo che, pur estraneo al gruppo, con il suo disegno per il 25° anniversario ha voluto testimoniare una sua vicinanza artistica, e non solo, con l’Odin Teatret.
I programmi di sala testimoniano in modo tangibile la cura, l’interesse, l’amore dell’Odin per lo spettacolo e per tutto ciò che gravita intorno ad esso. Sia nel caso che generino un libro, sia che evochino un diario di bordo con immagini e testi dell’attore che ha interpretato lo spettacolo, sia che si propongano come un viaggio per immagini attraverso lo spettacolo, i programmi di sala sono pensati dall’Odin come un supporto per la memoria dello spettacolo, non per vedere meglio ma soprattutto per rivedere.
Arricchiscono la mostra gli scatti fotografici di Tony D’Urso, autore pugliese che ha cominciato a collaborare con l’Odin dal 1972. Tra i suoi primi lavori di rilievo vi sono mostre fotografiche e di audiovisivi sull’emigrazione, sul servizio di leva e altri temi legati alle lotte degli anni ’70. Naturale dunque la sintonia con l’Odin Teatret, che segue assiduamente fin dagli inizi e di cui è diventato il fotografo “ufficiale”.
Accompagnano il racconto delle immagini quattro workshop raccolti sotto l’emblematico titolo Video a memoria, ovvero incontri con alcuni testimoni/protagonisti della straordinaria esperienza umana e artistica dell’Odin, ripercorrendone il ricordo di uno spettacolo, l’emozione di una pratica scenica assoluta, la condivisione di un pensiero che è spiritualità e vita incarnate nell’azione teatrale, insomma momenti teatrali e personali che ci descrivono una biografia esistenziale di uomini della scena da condividere con il pubblico della Casa dei Teatri. Ecco allora Il teatro che mi piace (16 marzo 2007, a seguito dell’inaugurazione, con Franco Ruffini, storico del teatro, docente del Dams dell’Università Roma Tre), Il primo spettacolo (28 marzo 2007, dalle 15.30, con Mirella Schino, storico del teatro, docente del Dams dell’Università dell’Aquila), Dentro l’Odin Teatret (4 aprile 2007, dalle 15.30, con Ferdinando Taviani, storico del teatro, del Dams dell’Università dell’Aquila) e Immagini sulla retina (11 aprile, dalle 15.30, con Clelia Falletti, storico del teatro, del dipartimento dello spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma).
La mostra include inoltre anche una rassegna video degli spettacoli, i documentari e i filmati didattici sull’Odin, proiettati a loop per tutta la durata della mostra: Eugenio Barba e l’Odin Teatret – In cammino attraverso il teatro (seconda puntata de “I cinque sensi del teatro”, coproduzione RAI – Centro per la sperimentazione e la ricerca teatrale di Pontedera) del 1994 (durata 1 h.); Sulle due sponde del fiume – Odin Teatret (video documentario sull’arrivo dell’Odin in Perù nel 1978, che mostra come il gruppo teatrale arrivò a fare spettacoli e a prendere contatti con la popolazione locale) regia di Torgeir Wethal del 1978 (durata 58 min.); In the beginning was idea (the Gospel according to Oxyrhincus) – Odin Teatret, regia di Torgeir Wethal (durata 71 min., v.o. sottotitoli in inglese).
Fondato ad Oslo da Eugenio Barba nel 1964, l’Odin Teatret si trasferì a Holstebro in Danimarca, mitica sede di una delle più rivoluzionarie compagini della scena contemporanea.
Il regista italiano è considerato una delle figure di spicco del teatro mondiale contemporaneo. Noto come allievo e amico di Jerzy Grotowski, viene considerato da molti l’ultimo grande maestro occidentale vivente. Eugenio Barba, oltre ad aver modificato il concetto di lavoro dell’attore, portandone la gestualità e l’interiorità a coincidere nell’azione scenica, ha stravolto il rapporto tra l’offerta e la domanda nella relazione tra spettatore e attore, una pratica teatrale assoluta e totalizzante che porta l’attore a contatto con la propria formazione esistenziale al di là della tecnica.
A fare da preludio alla mostra, Julia Varley, storica attrice dell’Odin Teatret, ha presentato lunedì 12 marzo al teatro Quirino il suo ultimo spettacolo-dimostrazione Il tappeto volante, in cui ha ripercorso gli spettacoli del gruppo cui ha partecipato, mostrando e illustrando in particolare il lavoro sulla voce, anche in riferimento al suo ultimo libro Pietre d’acqua (Ubulibri, 2006).
La mostra Odin Teatret. Immagini di un’avventura teatrale proseguirà nelle seguenti Biblioteche di Roma:
Biblioteca Elsa Morante, Via Adolfo Cozza 7, Ostia Lido, dal 27 aprile al 26 maggio
Biblioteca Marconi, Via Gerolamo Cardano 135, dal 4 al 30 giugno
Biblioteca Franco Basaglia, Via Federico Borromeo 67, dal 9 al 28 luglio