Il Misantropo racconta il rapporto difficile di un uomo con la società che lo circonda, ci dice Massimo Castri, un uomo che vive sostanzialmente un profondo disagio a causa del suo carattere, reagisce spesso in maniera eccessiva … Molière aveva creato un personaggio che contraddiceva molte abitudini della cultura del suo tempo e quindi incappava spesso in sbagli, errori di comportamento che lo facevano diventare se non comico, quantomeno uno di cui si sorrideva abbondantemente … è un personaggio complesso e difficile sia per chi fa la regia sia per chi lo interpreta … credo che Molière si sia divertito nel costruire il personaggio di Alceste: prende infatti questo uomo con enormi difficoltà caratteriali e gli da come caratteristica di base, fondante (caratteristica che diventa anche il tema fondamentale del testo), l’essere innamorato di una donna che è esattamente l’opposto di quello che lui è: se lui è un personaggio in lotta perenne con la società, in disaccordo continuo con la società, dall’altra parte abbiamo questa donna che è altrettanto fortemente in accordo con la società e vive inserita integralmente al suo interno. È però anche vero che nel testo questi due personaggi si scontrano spesso molto violentemente e non danno origine a temi particolarmente comici ma, piuttosto, a delle scene che hanno una caratteristica abbastanza drammatica. Il Misantropo è uno spettacolo che segna la continuità di un rapporto di lavoro e di ricerca che il Teatro di Roma ha intessuto con un attore di acclamato talento come Massimo Popolizio, protagonista del grande successo della scorsa stagione Cirano, e con un regista fra i più notevoli del teatro italiano, Massimo Castri, che si accosta quest’anno per la prima volta a Molière, dopo un percorso di collaborazione che ha già visto altre importanti regie come, Tre sorelle, Porcile, Finale di Partita, Quando si è qualcuno, Questa sera si recita a soggetto.