La rassegna, in gran parte composta da opere provenienti dalla collezione privata dell’artista, presenta una sessantina di significativi lavori dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi, e racconta il percorso di Villeglé dal suo periodo “Affichiste”, lavoro sviluppato dal 1949 fino ai primi anni del 2000, ai segni socio politici, linguaggio creato nel 1969, e con il quale continua a operare nel campo dell’arte.
In mostra si possono ammirare i celebri dé-collages: Courcelles del 1957; Avenue Victor Hugo del 1969; Bas de palissade rue de la Gaĭté del 1987; 7, quai d’Austerlitz, del 1994; Métro Arts-et Metiérs del 2000. Particolarmente suggestivi e di grande impatto i segni socio politici quali Les Murs ont la parole del 1995; La Guérilla des écritures del 1997; Divination del 2001; Les Choses Singulières del 2006; fra gli inediti l’opera realizzata con lettere e segni sovrapposti con la quale Villeglé ringrazia per l’esposizione la Galleria Vecchiato.

Dal 1957 mediante azioni individuali e collettive, che segnano la sua partecipazione alla vita del gruppo dei nuovi realisti, di cui è uno dei fondatori, Villeglé ha saputo affermare l’originalità di una ricerca che si impone oggi come la più esemplare nell’ambito del manifesto lacerato. La caratteristica specifica delle immagini inerenti i manifesti lacerati, che catturano l’attenzione dell’artista, è proprio quella stessa presente sui muri delle città, l’espressione più viva del nostro folklore urbano.
Dominique Stella sottolinea: “Villeglé ci fa vedere il mondo della strada con occhi nuovi. Nonostante il grado di trasformazione o di alternazione al quale è sottoposto il manifesto lacerato, nel laboratorio mentale della nostra visione rimane un documento, un frammento d’informazione, localizzata nello spazio e nel tempo: possiamo definire Villeglé l’ordinatore di questi documenti. La sua opera, infatti, si divide in ampie serie raggruppate per affinità in base all’argomento, alle dosi rispettive di colore e grafismo, all’importanza del carattere tipografico e della composizione. A seconda che il manifesto esprima le idee di lutto, gioia, esuberanza o solennità, che esso tenda a convincere, sedurre, scioccare o provocare, la sua destinazione sarà sociologicamente diversa: questa l’autentica originalità di Villeglé. L’artista con la sua cultura, la sua sensibilità e le sue scelte unisce l’azione a una realtà spontanea e anonima, come quella dei manifesti di strada, alla cultura e fonde un fenomeno sociologico a un fenomeno poetico ed estetico. Oggi Villeglé parla e scrive con un linguaggio personale, ispirato ai graffiti “rubati” nella metropolitana parigina, reinterpretando i fatti secondo una poesia visiva assolutamente inedita. In mostra è dunque possibile ammirare una produzione artistica ampia, ordinata e ricca: l’opera di un autentico testimone del suo tempo”.

Villeglé parlando dei suoi segni socio politici commenta: “si tratta di un alfabeto che viene dalla strada, dall’anonimato, dai graffiti: tutti fotografano i graffiti, personalmente mi considero un disegnatore che valorizza i segni. L’idea è nata da una visita di Nixon a de Gaulle nel febbraio 1969. Alla vigilia della partenza di Nixon in tutta Parigi c’erano le scritte “Nixon go home”, e nella metropolitana ho visto un «NIXON» scritto con le tre frecce del partito socialista del 1933. La “i” la croce di Lorena; la “x” la croce uncinata; la “o” il cerchio mediterraneo con la croce latina all’interno, e di nuovo le tre frecce di Serge Tchakhotine. Mi sono detto: “è un alfabeto che non esiste, quindi lo realizzerò”. Da allora per qualche anno ho scritto con i segni socio-politici e alla fine degli anni ’70 ho realizzato i primi quadri con questo alfabeto”.
Gli Affichistes: Villeglé, Hains, Dufrêne, Rotella Jacques Mahé de la Villeglé è uno dei maggiori rappresentanti del movimento degli Affichistes che ha sviluppato, nell’immediato dopoguerra, un linguaggio nuovo insieme a Raymond Hains, François Dufrêne e Mimmo Rotella, creando una pratica artistica post-cubista dalla quale è scaturita la grande mutazione del linguaggio pittorico. Villeglé nasce à Quimper in Bretagna nel 1926. All’Accademia di Belli Arti di Rennes incontra il bretone Raymond Hains, ne nasce un’amicizia determinante per la carriera artistica di entrambi. Villeglé e Hains vivono nella Parigi del dopoguerra e le loro ricerche dal ’47 al ’57 sono strettamente connesse, ma l’intima collaborazione non esclude lo sviluppo parallelo di due differenti visioni. Fin dalla prima mostra del 1957 le due personalità si dimostrano complementari. In Hains i simboli, i riferimenti allusivi, i giochi di parole, le associazioni di idee costituiscono la trama strutturale della visione. L’istinto di Villeglé, spietatamente logico, è altamente portato al recupero degli elementi scomposti del linguaggio. Il decennio che va dal ’47 al ’57 è un periodo formativo per entrambi e costituisce la preistoria delle rispettive avventure: coincide con la messa a fuoco della camera in vetro ondulato, con la scoperta e la raccolta dei manifesti lacerati. In un primo tempo Hains e Villeglé cercano di oggettivare la diffrazione strutturale della propria visione tramite la fotografia, poiché tale processo consente loro di ottenere variazioni illimitate di immagini destrutturate, partendo da una forma prestabilita. In seguito applicano alla tipografia il procedimento della camera a vetro ondulato, scomponendo i caratteri dell’alfabeto, creando le ultra-lettere. Tramite questa espressione artistica nel 1953 stampano una poesia di Camille Bryen: nasce così il famoso “Hépérile éclaté”, una forma di sintesi dell’illeggibile nel quale l’antisintassi e l’allitterazione, care a Camille Bryen, sono condotte al loro parossismo. E sono proprio le ultra-lettere ad entusiasmare il poeta François Dufrêne che da quel momento si dichiara ultra-letterista. Le sue grida-ritmo, fonemi interamente liberati da ogni supporto semantico e considerati come pure modulazioni sonore al momento dell’emissione, sono gli equivalenti sonori ed esatti dei manifesti lacerati. Sin dal 1957 Dufrêne si converte al décollage e si specializza nei “sotto-manifesti”.

Completa l’esposizione un esauriente catalogo, edito da Vecchiato New Art Galleries, con testi di Dominique Stella, Villeglè e un’approfondita e vivace intervista della curatrice all’artista. Allegato al volume un curioso dvd contenente l’intervista e un filmato con scene di Villeglè che passeggiando per Parigi raccoglie materiale per le sue opere.

Il décollage di un grande maestro. Villeglé
Dal 1 marzo al 31 maggio 2007
Orario: lunedì 15.30 – 19.30. Da martedì a venerdì 9 -13 e 15.30 – 19.30. sabato 9.30 – 13.00 e 15.30 – 19.30
Ingresso: libero
Catalogo: Vecchiato New Art Galleries
Vecchiato New Art Galleries
Via Alberto da Padova, 2
Tel +39.049/665447 – +39.049/8561359
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