Lontano dal traffico e dal rumore cittadino dell’Upper West Side c’è un piccolo quartiere vicino a Central Park. Un tranquillo villaggio abitato da persone spesso sole, riservate, talvolta un po’ eccentriche.  Per sconfiggere la solitudine molti di loro hanno deciso di prendersi cura di un animale adottando, così, un cane. In realtà sarà proprio il miglior amico dell’uomo a prendersi cura del suo padrone. Infatti, è proprio grazie a questi animali che alcune persone si conoscono, stringono amicizia, si innamorano, a volte si lasciano.  È quello che succede a Jody, signora quarantenne sola da molto tempo. Grazie al suo cane, un grosso pit bull femmina di nome Beatrice, Jody conosce l’amore. È il miglior amico dell’uomo, dunque, ad essere la colonna portante del romanzo I newyorkesi di Cathleen Schine (Mondatori). I cani, infatti, fungono da veri e propri cupidi. Obbligano i loro padroni a superare timidezze e inibizioni, portandoli ad interagire con altri esseri umani, con i quali non avrebbero mai socializzato. I canivengono rappresentati come una grande risorsa in un mondo dove la fretta e la voglia di successo conducono lentamente alla solitudine e allo stress. Una lieve vena malinconica caratterizza uno dei più bei romanzi di Cathleen Schine che, con uno stile elegante e sofisticato, narra della moltitudine di uomini privati ormai dal calore dei rapporti umani. Una perfetta descrizione della società del terzo millennio.  Cathleen SchineI newyorkesiMondator 2007