Dopo l’insuccesso al botteghino americano, Hereafter di Clint Eastwood arriva nelle sale italiane. A firmare la sceneggiatura è Peter Morgan (Frost/Nixon, The Queen) che, in seguito alla scomparsa di un caro amico in un incidente d’auto, ha deciso di riflettere sul tema della morte e dell’aldilà. Così le riflessioni di Morgan hanno preso forma e sostanza all’interno delle tre storie raccontate in Hereafter. Tre storie i cui protagonisti sono stati toccati, ognuno in un modo diverso, dalla morte. Tre storie che, inizialmente parallele e distanti, finiranno con l’intrecciarsi.Marie (Cécile de France) è una giornalista francese scampata ad uno tsunami. Marcus è un ragazzino inglese in cerca di risposte dopo aver perso l’inseparabile fratello gemello, investito da un automobile. George (Matt Damon) è un operaio americano che possiede un “dono”: riuscire a comunicare con l’aldilà. Un “dono”, o meglio una condanna, che lo ha trasformato in un uomo solitario.La pellicola, che si apre con le coinvolgenti sequenze degli effetti distruttivi del devastante tsunami del 2004, non lascerà indifferente anche lo spettatore più distratto che, dopo aver annaspato tra i flutti iniziali, intraprenderà un viaggio ben più placido. Non vi aspettate colpi di scena alla Sesto senso. Le storie raccontate da Eastwood, sono storie ordinarie e semplici. Il tema fondamentale non è solo l’aldilà ma anche la ricerca della forza per andare anvanti. I tre protagonisti hanno soprattutto fame di vita e con essa cercano di riagganciarsi dopo il trauma della morte. Dopo Invictus, Hereafter vede Matt Damon nuovamente diretto da Clint Eastwood. Il regista e attore americano, curatore anche della colonna sonora, riesce nell’intento di raccontare con toni pacati e senza eccessi, tematiche delicate che facilmente sarebbero potute sprofondare nel melodrammatico. Herafter (il cui produttore esecutivo è Steven Spilberg) non è un capolavoro ma gli estimatori di Eastwood non resteranno delusi.