Incidere sulla corteccia il nome della persona amata. Scolpire sul tronco il classico cuoricino trafitto dalla freccia. Rituali che hanno poco di “romantico” e che in realtà feriscono una pianta: ora una nuova legge (la n.10/2013) punisce questi gesti con sanzioni salatissime, da 5 a 100 mila euro, se sfregiano un “albero monumentale”. Tra oleastri, sequoie, castagni, querce, faggi e altre specie sono circa 22 mila in Italia le piante plurisecolari considerate “di notevole interesse”. Tra queste, 2.000 sono classificate “di grande interesse” e 150 addirittura di “eccezionale valore storico o monumentale”.  Tra i più pregevoli l’olivo selvatico di Santo Baltolu di Luras (Sassari), che alla veneranda età di 3.500 anni è l’albero più longevo d’Italia; il platano sotto le cui fronde chiacchieravano Eugenio Montale e Indro Montanelli a Milano; il cipresso del Convento della Santa Croce a Verucchio, piantato secondo la leggenda da San Francesco nel 1213. Un patrimonio paesaggistico e ambientale, affidato alla tutela del Corpo Forestale, che le Regioni dovranno censire entro agosto, istituendo appositi albi. Io donna anticipa i tempi: sabato 6 luglio, il femminile del Corriere della Sera ha pubblica un singolare elenco di “patriarchi vegetali” che hanno fatto la storia d’Italia. Spunto per una lettura estiva rinfrescante. E per qualche insolita gita, dentro e fuori porta, alla scoperta di monumenti della natura di inestimabile valore.