Mani che sudano, il cuore che batte all’impazzata, la voce che trema e, in alcuni casi, la terribile sensazione di svenire. Questi sono alcuni dei sintomi più comuni per chi soffre di glossofobia, la paura di parlare in pubblico.
“Si tratta di una fobia che con il Covid è letteralmente esplosa, tanto che le richieste d’aiuto sono aumentate del 30%”, riferisce Massimiliano Cavallo, punto di riferimento in Italia sul Public Speaking e ideatore del Metodo Public Speaking Top, il corso per superare la paura di parlare in pubblico con il più alto numero di recensioni in Italia.
Nel suo ultimo libro intitolato “Vincere le elezioni con il public speaking” – con la prefazione di Francesco Bei, Vicedirettore de La Repubblica – racconta di come anche i politici, sia quelli a livello locale che nazionale, non siano “immuni” alla glossofobia o abbiano grosse difficoltà a parlare in pubblico.
“Anche per i politici, così come per i manager e gli studenti, la pandemia ha influito molto sulla capacità di parlare in pubblico ‘dal vivo’”, sottolinea Cavallo. “Da un lato parlare attraverso una webcam ha costituito una ‘protezione’ che ha portato molti, grazie a questa barriera, ad affrontare discorsi che prima non facevano perché dal vivo era più difficile – spiega Cavallo -.
Ma finita l’emergenza si è tornati a eventi e riunioni dal vivo e il problema si è acutizzato, oltre ai danni psicologici che la pandemia ha avuto un po’ su tutti noi. Per cui diventa fondamentale lavorare per superare la paura di parlare in pubblico o di affinare le proprie capacità, specialmente tra chi svolge una professione a certi livelli e non si può permettere defiance”.
La buona notizia è che la glossofobia o, in generale, la scarsa capacità di parlare in pubblico si può superare, a partire da 10 “regole d’oro”, raccolte e sintetizzate proprio dall’esperto di Public Speaking Massimiliano Cavallo.
- Non evitare di parlare in pubblico. È chiaro che spesso rinunciare è la soluzione più comoda ma in questo modo si accresce la paura. Infatti, evitando, si trasmette al proprio cervello il messaggio che parlare in pubblico rappresenta per se stessi qualcosa di pericoloso e per il quale si è inadeguati. È così che poi si arriva in situazioni in cui si deve prendere necessariamente la parola e quello è il momento in cui il ‘mostro’ è diventato grande e può sorgere un vero e proprio attacco di panico.
- Trasformare la paura in adrenalina. Con l’esercizio e con il giusto metodo si impara a capire che la paura può essere un alleato che ci permette di essere vigili e concentrati.
- Considerare che lo stress percepito è maggiore di quello trasmesso. In realtà quello che percepisce invece il pubblico è più o meno il 20 per cento di quello che si prova. Questo vuol dire che bisogna concentrarsi non sui propri “difetti”, ma sul pubblico e le sue esigenze.
- Pensare che il pubblico vuole ascoltare. Spesso il relatore teme di annoiare il pubblico e tende a parlare velocemente. Al contrario, sentirsi interessanti alla fine può aiutare anche a esserlo davvero per il proprio pubblico.
- Non inseguire la perfezione. Gli errori si fanno e non sempre compromettono il discorso. Meglio invece concentrarsi sui progressi.
- Esercitarsi. Può sembrare una regola banale, ma alla fine è anche la più disattesa. È necessario provare un discorso più e più volte, nella stessa modalità che si userà poi realmente.
- Non leggere il discorso e non impararlo a memoria. Quello che più teme chi soffre di glossofobia è di perdere il filo del discorso. Cosa che succede quando si impara a memoria o si legge. Il discorso non va letto perché focalizzeremmo lo sguardo sul foglio anziché sul nostro pubblico. Se usi le slide scrivi poco testo; se parlerai a braccio, schematizza il tuo intervento in poche parole e appunti.
- Guardare la platea negli occhi. Mai guardare nel vuoto o fissare le slide.
- Alzare leggermente il volume della voce. Se la voce è più alta del solito, il cervello trasmetterà maggiore sicurezza.
- Postura solida. Niente gioco con penne, anelli, orologi o movimenti frenetici che trasmettono nervosismo. La postura deve essere naturale ma non immobile.