Dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi la seconda prova di Matteo Rovere traccia il quadro di una generazione (quella dei “favolosi” anni ’80) che ha avuto tutto senza mai afferrare niente. Sono gli “Sfiorati”. Quelli che quando vivono cose immense, terribili, meravigliose, una volta passate sembra che non siano mai accadute.Al centro della storia un amore impossibile, drammatico. Quello tra Mete (Andrea Bosca), schiavo di una passione splendida e insieme distruttiva e Belinda (Miriam Giovanelli) la sua bellissima sorellastra, l’unica persona che non può amare, lontana dal mondo reale dove il ragazzo cerca qualcosa che lo allontani da questa ossessione. Affascinante ed enigmatica, Belinda rappresenta tutta la “sfioratezza” del film.Attorno ai due ragazzi, ruotano personaggi dal carettere ben delineato. Sergio (Massimo Popolizio), il padre di Mete, rimasto per anni lontano dal figlio cerca di recuperare l’irrecuperabile. Bruno (Claudio Santamaria) amico e collega di Mete, padre separato e unico conoscitore (attraverso la grafologia) del mondo degli Sfiorati.Betrice Plana (Asia Argento) creatura della notte, maschera comica e insieme struggente. Damiano (Michele Riondino) votato al lavoro e alla seduzione (o megio al “rimorchio”). Protagonista assoluta in questo serraglio di “Sfiorati”, Roma. La Roma del centro storico: viaggia libera la macchina da presa dai Fori al Campidoglio a Piazza Navona. Contraddittoria e inattendibile, ma anche svogliata e strafottente, sicura della propria bellezza proprio come Belinda, Mete, Beatrice, l’Urbe per eccellenza accoglie la storia facendosene alleata. Come se fuori dalle pigrizie di Roma, Mete e il suo mondo non sarebbero gli stessi.Una Roma non compresa, quella di Rovere, e forse l’incapacità mostrata dai personaggi deriva proprio dal rifiuto di capire i luoghi che accolgono il loro quotidiano. Non vivono i luoghi, gli Sfiorati, li subiscono. E se non c’è comprensione tutto diventa ostacolo. Solo Roma, la città, conserva la sua potenza immaginifica e dalle sue infinite stratificazioni emerge un’incontenibile energia.