“In questo film ho cercato di raccontare lo smarrimento dell’uomo di mezz’età che si rende conto che le donne non lo guardano più come u tempo. Così Gianni Di Gregorio  racconta del suo ultimo film che dopo “Pranzo di Ferragosto” evidenzia il ruolo centrale delle donne, specialmente la mamma che appare la più imporatante e la più invadente.  Segno questo, continua Di Gregorio che “questa figura è viva e presente in me…un personaggio che con la sua solarità orienta il destino di molti uomini mediterranei”. Presenti, dunque, le donne nella vita monotona che conduce Gianni, il protagonista del film, tra commissioni, passeggaite con il cane, faccende domestiche. Fino a quando l’amico Alfonso non lo istiga a farsi l’amante.  Già, l’amante, perchè pare che la pratica amatoria sia molto in voga tra i “vegliardi” della zona. Ambientato a Trastevere, dove il regista è nato e cresciuto, la pellicola mostra una sorta di continuità tra la vita reale e la finzione cinematografica. Questo permette  di catturare momenti di straordinaria quotidianità. Il risultato è un film gradevole, divertente, per certi aspetti “autentico”.