I cambiamenti climatici stanno influenzando anche le coltivazioni ortofrutticole. Nel nostro Paese, ad esempio, si sta verificando un vero e proprio boom di produzioni di frutta esotica con le coltivazioni che, oggi, si concentrano soprattutto tra Puglia, Calabria e Sicilia. La coltivazione si può però realizzare solo in determinati siti agricoli che presentano precise caratteristiche pedoclimatiche e approvvigionamento di acqua d’irrigazione di qualità.
Non solo avocado
Sotto i riflettori da qualche anno, in particolare, c’è l’avocado che, secondo un rapporto firmato da Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e Fao (Food and agriculture organization), diventerà il frutto tropicale più venduto al mondo. Di origine sudamericana, l’avocado è tra i frutti più in voga negli ultimi anni, simbolo della generazione dei millennial e ingrediente di molte ricette, a cominciare dalla salsa guacamole.
Ma l’avocado non è l’unico frutto tropicale che ha trovato casa in Italia grazie alle nuove condizioni climatiche: sono sempre più numerose le coltivazioni di frutta originaria dell’Asia e dell’America Latina, dalle banane al mango, dal frutto della passione alla pithaya, fino al lime e al litchi, per un consumo nazionale stimato da Coldiretti in oltre 900mila tonnellate.
Sempre Coldiretti rileva che oltre sei italiani su dieci, pari al 61%, acquisterebbero tropicali italiani se li avessero a disposizione al posto di quelli stranieri. E il 71% dei cittadini sarebbe disposto a pagare di più per avere la garanzia dell’origine nazionale di questi frutti. Una scelta motivata dal maggiore grado di freschezza, ma anche dalle preoccupazioni sulle garanzie di sicurezza del prodotto importato.
Buccia rugosa o liscia?
Le varietà italiane di avocado più coltivate sono la Hass, dalla buccia ruvida e violacea, e la fuerte, più grande, e dalla pelle verde e liscia, ma si coltivano con ottimi risultati anche l’orotava, la reed e la bacon, raccolta in autunno. In generale, questo frutto dalla polpa burrosa ha eccellenti doti nutritive, tra cui un elevato contenuto di potassio e di vitamine del gruppo B, retinolo, E e K. La sua peculiarità, la morbidezza, è dovuta alla ricchezza di grassi buoni che, oltre a fornire omega 3 e 6, importanti per la salute dell’apparato cardiovascolare, rendono facilmente assimilabili alcune vitamine. Per questo motivo, soprattutto chi segue una dieta vegana, ha imparato ad aggiungere l’avocado a insalate, pasta, contorni e anche frullati, aumentandone così il valore nutritivo.
Mango tricolore
La tarda estate è in Italia l’inizio della stagione del mango che, grazie alla ricerca di varietà differenti con diversi periodi di maturazione, si prolunga fino a metà dicembre. Il primo ad arrivare sul mercato è il mango glenn, una squisita varietà originaria della Florida che proprio in Sicilia ha dimostrato di saper raggiungere standard qualitativi superiori rispetto al proprio Paese d’origine. Un frutto di media pezzatura, polpa di un giallo intenso, profumo inebriante e un gusto unico.
Dopo la varietà Glenn è il turno di Kensington pride, Kent e Keitt.
Papaya nostrana
Nei climi miti di Sicilia e Calabria, nei mesi compresi tra aprile e novembre, e non per tutto l’anno come avviene nei Paesi tropicali, è possibile coltivare anche le piante di papaya.
La varietà più diffusa è Formosa, la più grande in commercio: il suo peso può, infatti, arrivare fino a circa 3 chili. Paragonata agli altri tipi di papaya, ha un sapore più forte e la sua polpa ha un colore tendente al rossastro. L’aroma della varietà Formosa è delicato, e il frutto contiene numerose vitamine ed enzimi con proprietà utili alla digestione. Per questo motivo la papaya può essere gradevolmente consumata dopo i pasti.