A volta capita che i piccoli sconfiggano i grandi. Che Davide abbia davvero la meglio su Golia. E’ quanto accaduto qualche anno fa ad Altamura, in Puglia, località nota per il buon pane: Luca Di Gesù, proprietario di un piccolo forno, ha dichiarato guerra al fast food McDonald’s appena aperto in paese. Col tempo, a suon di impasti, olio d’oliva e pomodorini, ha costretto il colosso alla resa. E la sua epopea romantica è diventata un film: Focaccia Blues, diretto da Nico Cirasola e distribuito in dieci copie in tutta Italia. Il film è il resoconto della vicenda fatto dagli abitanti del paese, con una dose di fiction: racconta anche la storia d’amore tra il fruttivendolo Dante (Dante Marmone) e Rosa (Tiziana Schiavarelli), sua cliente abituale, intrigata dal direttore del fast food (Luca Cirasola). Partecipano al lungometraggio anche alcuni illustri pugliesi: Renzo Arbore, Lino Banfi, Michele Placido e Nichi Vendola. Tutti schierati a favore della causa nostrana: la tradizione culinaria contro il cibo spazzatura. Arbore si dice convinto che “non saremo divorati dal cibo di cellophane”, ma non demonizza gli hamburger e le patatine: ammette di frequentare i fast food, così come i ristoranti etnici. Poi azzarda un parallelo tra cibo e tv: anche i format e i linguaggi televisivi oggi sono prodotti in serie. Auguriamoci dunque che sul piccolo schermo, come in cucina, l’Italia sappia imporre il suo marchio, le sue particolarità. Focaccia Blues ha grandi ambizioni: Onofrio Pepe, uno degli ispiratori del film, punta addirittura alla Casa Bianca. Ricorda che l’amministrazione Obama ha già espresso apprezzamento per i prodotti tipici pugliesi, al punto da richiedere alcuni semi per l’orto della First Lady.