Vestirsi d’estate sembra un gioco da ragazzi: abito svolazzante, camicia e bermuda. Stop. Vale solo se il tessuto non è “da sauna”, di quelli che tirano, occludono e irritano. Altrimenti, oltre al proverbiale bagno di sudore, si rischia di danneggiare la pelle già provata dal caldo, dalla depilazione e dall’esposizione al sole. Anche l’ambiente ne risente: la maggior parte dei tessuti sintetici non è né riciclabile né biodegradabile, deriva per lo più da scarti di prodotti petroliferi e rilascia particelle inquinanti chiamate “microplastiche”. Secondo una fonte 2017 del servizio di ricerca del Parlamento Europeo (EPRS) l’industria tessile è responsabile, ogni anno, del rilascio in mare 0,5 milioni di tonnellate di fibre sintetiche che corrispondono al 35 % delle microplastiche primarie rilasciate nell’ambiente.
Le fibre naturali ecologiche da indossare in estate
Non solo lino e cotone, anche filati antichi e resistenti poco conosciuti e praticamente ignorati dalla fast-fashion.
Cotone (organico o rigenerato)?
Il cotone potrebbe non essere così ecofriendly: richiede più acqua per le colture di quanto non facciano lino e canapa e, nel caso del denim (e quindi del jeans), è trattato con tinte sintetiche, lavaggi e sabbiature poco rispettose dell’ambiente. Le alternative eco però si fanno avanti: sono sempre di più i brand impegnati a produrre jeans sostenibili in cotone organico e riciclato, finito con tinture ecologiche che si fissano al tessuto senz’acqua.
Se il cotone organico assicura, in fase di coltivazione, il rispetto delle regole dell’agricoltura biologica e un’intera filiera di produzione che rispetta standard minimi di sostenibilità (tra le certificazioni riconosciute: OCS, OCS 100 E GOTS) il cotone rigenerato permette di riutilizzare scarti industriali del cotone o vecchi indumenti. C’è il rischio però, che nella produzione dei nuovi capi, il cotone rigenerato venga “tagliato” con fibre meno eco. Mantra: controllare l’etichetta.
Lino
Il lino è un tessuto elegante, traspirante e leggero che, quando non è trattato con coloranti artificiali, è riciclabile e biodegradabile. Della fibra, inoltre, non va perduto nulla perché dalla stoppa di lino (lo scarto della strigliatura e della pettinatura) si ricavano corda, spago e carta. Con un plus da non tralasciare: la pianta di lino richiede molta meno acqua per la sua coltivazione rispetto al cotone.
Canapa
Il tessuto naturale di canapa è considerato ecofriendly perché, a parità di terreno coltivato con altre piante dalle quali si ricavano i tessuti, ha un rendimento quantitativo molto alto. Ovvero: da piccoli appezzamenti si ricavano grandi quantità di fibre tessili. Il tessuto di canapa è confortevole, durevole e termoisolante: grazie alla fibra cava si sviluppa una sorta di microclima che regala una sensazione di freschezza in estate e di caldo in inverno permettendo la traspirazione.
Ramia
La ramia o ramiè è una fibra naturale di origini molto antiche che si ricava dalla Boehmeria Nivea, una pianta tipica dei climi caldo, umidi che può raggiungere fino a quattro metri di altezza e cresce spontaneamente. Ad infoltire la lista dei contro c’è la lavorazione complessa, dall’estrazione alla filatura, mentre tra i pro c’è la qualità del tessuto finito: è lucente, morbido, fresco al tatto ed estremamente durevole. La durevolezza della ramia, applicata all’uso solitamente sartoriale del suo filato, la esclude dall’universo della fast – fashion.
Le fibre artificiali ecologiche da usare in estate
Protagoniste dei nuovi trend della moda sostenibile perché versatili e adatti alla produzione di abbigliamento sportivo (regolano il sudore meglio del cotone!) piacciono soprattutto ai giovanissimi. Ecco a cosa prestare attenzione.
Lyocell e Modal
Il Lyocell è una fibra tessile artificiale di origine naturale, estratta dalla cellulosa della pianta di eucalipto, il Modal deriva invece dalla polpa del faggio. Entrambi sono traspirante, elastici e ipoallergenici, resistente ai raggi UV e al deterioramento. Non sono, però, sempre ecologici e sostenibili, al contrario: la loro produzione impiega grandi quantità d’acqua e di sostanze chimiche.
La garanzia di sostenibilità ambientale è data dal circuito di produzione Tencel che assicura la presenza delle certificazioni FCS (Forest Stewardship Council per la corretta gestione forestale); Oeko-Tex (per l’assenza di sostanze nocive nel tessuto) ed Ecolabel EU (per ridotto impatto ambientale ed elevati standard di qualità). Interessante il metodo di estrazione “a ciclo chiuso”: il 99.5% del solvente viene recuperato, purificato e riutilizzato per le successive estrazioni.
FONTE: CUCINA NATURALE