Oggi vogliamo sfatare un mito che ha accompagnato generazioni di dormiglioni: è davvero fondamentale dormire sempre e soltanto otto ore a notte? In realtà, le cose sono un po’ più complesse di così. Andiamo con ordine e cerchiamo di capire perché non esiste un’unica regola per definire il “sonno perfetto”.
1. L’idea delle famose “otto ore”
L’idea di dormire otto ore a notte deriva da studi statistici che hanno individuato, nel corso del tempo, una media generale di sonno adeguato per la maggior parte degli adulti. Ma si tratta appunto di una media, non di una formula universale. Alcune persone possono sentirsi benissimo con sette ore di sonno, altre hanno bisogno di nove o addirittura dieci ore per funzionare al meglio. È importante conoscere il proprio corpo e ascoltarlo per trovare la quantità di sonno ideale.
2. La qualità conta più della quantità
Anche se dormiamo otto ore “perfette” ogni notte, cosa succede se non siamo in grado di mantenere un sonno profondo e ristoratore? Dormire un certo numero di ore non basta: conta la qualità delle fasi di sonno. In particolare, il sonno si divide in varie fasi (fase N1, N2, N3 e REM). Se non riusciamo ad accedere correttamente alle fasi di sonno profondo e alla fase REM, potremmo alzarci comunque stanchi, anche dopo le fatidiche otto ore.
3. I diversi cronotipi
Avete mai sentito parlare di “gufi” e “allodole”? Questi termini simpatici indicano i diversi cronotipi, cioè la predisposizione naturale del nostro orologio biologico.
- Allodole: sono persone che vanno a dormire presto e si svegliano di buon’ora, più attive al mattino.
- Gufi: sono i nottambuli, che rendono meglio la sera tardi e faticano ad alzarsi presto.
Aggiungiamoci anche i “colibrì”, che si collocano a metà strada. Ciascun cronotipo ha esigenze di sonno differenti. Alcune persone, se costrette a svegliarsi presto, accumulano ore di sonno leggero nella prima parte della notte; altre recuperano meglio dormendo un po’ di più al mattino.
4. L’importanza della regolarità
Più ancora del numero totale di ore, è essenziale dare al nostro corpo un ritmo costante. Andare a dormire e svegliarsi più o meno alla stessa ora aiuta a regolare il ciclo sonno-veglia, favorendo un riposo di qualità. Se nel fine settimana “sforiamo” troppo, rischiamo di creare uno sfasamento che può compromettere il sonno dei giorni successivi (il famoso “jet lag sociale”).
5. Segnali del corpo: come capire se dormi abbastanza
Non serve il cronometro per stabilire se abbiamo dormito il giusto: il nostro corpo manda segnali chiari.
- Ti svegli riposato e hai energia per affrontare la giornata?
- Hai cali di energia molto marcati durante il giorno?
- Ti addormenti facilmente la sera, senza passare ore a rigirarti nel letto?
- Durante il weekend non senti la necessità di “recuperare” troppe ore di sonno?
Se la risposta alla maggior parte di queste domande è “sì”, probabilmente stai già dormendo il giusto, indipendentemente dal numero esatto di ore.
6. Strategie per migliorare il riposo (qualunque sia la tua “dose” di sonno)
- Limita l’uso di dispositivi elettronici prima di andare a letto: la luce blu dei telefoni o dei tablet interferisce con la produzione di melatonina.
- Crea una routine rilassante: leggere, sorseggiare una tisana o fare un bagno caldo possono facilitare l’addormentamento.
- Evita cibi pesanti a cena e limita caffeina e alcol nelle ore serali.
- Mantieni fresca e buia la camera da letto: un ambiente confortevole favorisce il sonno profondo.
- Fai attività fisica regolare: un corpo allenato dorme meglio, ma evita allenamenti intensi poco prima di coricarti.
7. E se dormo “troppo poco”?
Alcune persone – pensiamo a certi personaggi storici, ma anche a professionisti molto impegnati – sostengono di “aver bisogno” di solo 4-5 ore di sonno a notte. Questa condizione, piuttosto rara, viene definita “short sleeper”: chi la sperimenta non soffre di stanchezza e resta perfettamente funzionale con poche ore di riposo. Prima di autodiagnosticarsi un “short sleeper”, è bene verificare con un medico se non ci siano cause di insonnia o altri disturbi che compromettono la durata del sonno.
Non esiste un valore “magico” di ore di sonno valido per tutti. Otterremo un riposo ottimale solo ascoltando il nostro corpo, creando una routine adeguata e rispettando i nostri naturali ritmi circadiani. Se per te dormire otto ore funziona, fantastico! Se invece noti che te ne bastano sei o che ne servono nove, non sentirti fuori dal normale: ciò che conta di più è quanto ti senti riposato, non il numero sul cronometro.