Iran, 1953. Le storie di quattro donne confluisono in un giardino di campagna dove regna la libertà, l’amicizia, la comprensione. Donne senza uomini (in uscita nelle sale il 12 marzo, Bim Distibuzione) è il film d’esordio della video artista Shirin Neshat per una riflessione su un momento tragico della storia del suo paese.
Un film che “naviga tra le complesse problematiche delle diverse realtà sociali, politiche, religiose e storiche, racconta la regista, e tuttavia sviluppa temi emozionali, filosofici, personali”. Girato a Casablanca, in Marocco, il film che non potrà essere distribuito in Iran per le polemiche suscitate dal romanzo, messo al bando dopo la pubblicazione, affascina per la varietà dello schema cromatico:dai toni vivaci del giardino si passa al color seppia delle scene delle manifestazioni in strada.  Proprio il giardino, spazio della “trascendenza spirituale” nella tradizione islamica, diventa il fulcro della storia, quasi protagonista insieme alle quattro donne. Un luogo magico che politicamente evoca i concetti di esilio, indipendenza, libertà. Una storia profondamente filosofica. Quattro donne coraggiose che in modi diversi prendono in mano la situazione e conquistano la libertà, a qualunque costo.