Un uomo dalla pallida personalità la cui unica responsabilità è temperare le matite per il suo capoufficio. Un uomo che soffre per la sua bassa condizione sociale che lo priva di ogni dignitoso rapporto umano costringendolo a sprofondare giorno dopo giorno in una solitudine cronica in cui immagina un mondo personale prestigioso: la sua vendetta contro coloro che lo hanno rinchiuso dentro al suo cuore-manicomio. L’amore per la figlia del capoufficio aggiunge peso alla sua condizione conducendolo a sprofondare nel delirio che lo spinge ad annotare su un diario il grafico giornaliero della sua follia che sfocia nell’identificazione con il Re di Spagna. Nell’adattamento di Mario Moretti viene accentuato il dato biografico con l’aggiunta di particolari desunti dalla vita e dall’opera di Gogol e l’inserimento di riflessioni e intuizioni colte nella letteratura di genere. Umorismo e Pietas, grottesco e dramma, si alternano nella esemplare del piccolo impiegato e dei suoi impossibili sogni alternati a quelli di Gogol uomo e scrittore ed è così che la novella già bellissima in sé diventa materia viva e palpitante sulle scene.