Smart e mini, ma con una durata maxi. Sarà presentato all’inizio del 2016 il primo sensore per il monitoraggio continuo della glicemia completamente impiantabile. Grazie a un trasmettitore indossabile e ad una App per smartphone è in grado di dare risposte accurate e in tempo reale per 90 giorni consecutivi senza essere mai sostituito. Due caratteristiche che promettono di dare un aiuto concreto a chi ha il diabete di tipo 1, 300mila persone in Italia, e vuole avere una vita attiva e serena, prevenendo i pericoli di crisi e picchi glicemici durante la vita quotidiana, lo sport, fuori casa o di notte.

Gli attuali sistemi di monitoraggio continuo della glicemia utilizzano sensori sottocutanei ugualmente sensibili ed efficaci, ma con una durata media di una settimana, al termine della quale devono essere rimossi e sostituiti. Il dispositivo eversense di Senseonics, azienda americana specializzata nello sviluppo e nella ricerca di sistemi innovativi per il monitoraggio della glicemia, è costituito da un sensore minuscolo – misura appena 3 millimetri per 16 – formato da una sottile capsula biocompatibile che racchiude un polimero fluorescente. La novità è duplice: l’utilizzo di una tecnologia innovativa per la rilevazione delle variazioni degli zuccheri e il sensore CGM con la più lunga performance al mondo.

Il dispositivo, che in Italia sarà commercializzato da Movi, è stato valutato in uno studio multicentrico (studio PRECISE – A Prospective, Multicenter Evaluation of the Accuracy of a Novel Continuous Implanted Glucose Sensor)  che ne ha dimostrato l’accuratezza e l’attendibilità nel lungo termine: ottenuta, infatti, la certificazione CE per la durata di 90 giorni, sulla base delle prove condotte, la durata potrà essere estesa fino a 180 giorni. Il sensore dei record verrà presentato in Italia durante la IX Conferenza Internazionale ATTD, l’International Conference on Advanced Technologies & Treatments for Diabetes che si terrà a Milano a febbraio 2016.

Grazie ad una semplice procedura il sensore viene posizionato nella zona sottocutanea del braccio e viene “associato” ad un trasmettitore “indossabile” che trasforma in dati i segnali ricevuti dal sensore ogni cinque minuti per poi inviarli allo smartphone e allo smartwatch. Un’App dedicata (già sviluppata per Ios e Android) riceve e mostra i dati sia in forma di valori glicemici in tempo reale che aggregati sotto forma di curva glicemica, consentendo così un controllo efficace e costante dell’andamento degli zuccheri nell’organismo.

“Per fare un esempio semplice – spiega la dottoressa Daniela Bruttomesso, specialista in Malattie del Metabolismo dell’Azienda Ospedaliera di Padova – il controllo glicemico abituale da sangue capillare è una fotografia, una istantanea del valore glicemico in un dato momento della giornata. Il monitoraggio glicemico continuo è un film dell’andamento glicemico, di 1 o più giorni, che mostra non solo il valore ma anche la curva glicemica delle ore precedenti e il trend previsto. Inoltre, rispetto all’autocontrollo glicemico tradizionale, ovvero quello da sangue capillare – continua Bruttomesso – il monitoraggio in continuo è in grado di fornire informazioni più dettagliate sulle escursioni glicemiche postprandiali e sulle ipo o iperglicemie notturne. Infine i sistemi CGM possono essere programmati con allarmi di sicurezza personalizzabili – conclude la specialista – come segnali acustici, visivi o vibrazioni, che avvertono con un certo anticipo la persona con diabete che la glicemia sta per raggiungere la soglia di ipo-iperglicemia o che tale soglia di sicurezza è stata superata”.

Con eversense, grazie a smartphone e smartwatch, i dati e gli andamenti glicemici vengono visualizzati e rappresentano una fonte preziosa per impostare al meglio la terapia insulinica in ogni condizione. I vantaggi per le persone con diabete di tipo 1 sono evidenti, con la serenità supplementare di un compagno di viaggio che resta invisibile e affidabile per tre mesi consecutivi, 24 ore su 24, giorno e notte.

Tra gli eventi più complessi da gestire nel diabete ci sono, infatti, gli imprevisti e repentini abbassamenti o risalite della glicemia, una preoccupazione costante per le persone con diabete di tipo 1: alimentazione, attività sportiva, variazioni nello stile di vita, rappresentano fattori che possono essere tenuti sotto controllo grazie al monitoraggio continuo della glicemia.

“La misurazione in continuo della glicemia offre una visione completa del profilo glicemico permettendo al paziente e al medico di ottimizzare il controllo più facilmente – sottolinea Bruttomesso -. Da un recente studio condotto in Italia su circa 7.000 pazienti in terapia con microinfusore per la somministrazione sottocutanea continua di insulina è emerso che i pazienti che utilizzano il sensore per il monitoraggio in continuo della glicemia hanno un valore di emoglobina glicosilata e una frequenza di ipoglicemie severe inferiore rispetto a chi non utilizza il sensore – afferma la specialista – , aspetti  che intervengono in modo efficace sulla qualità di vita del paziente  e sulla prevenzione delle complicanze”.