Dopo Jack Skeletron, il visionario Henry Selick porta sullo schermo un’altra mitica creatura destinata al successo: è la piccola Coraline, protagonista di un avventuroso viaggio animato tra due mondi. Una fiaba cupa, complessa, ma allo stesso tempo elettrizzante, che Selick ha tratto dal romanzo omonimo di Neil Gaiman, campione di vendite in tutto il mondo. Coraline (che nella versione originale ha la voce della baby attrice prodigio Dakota Fanning) vive in una casa grigia con due genitori annoiati e distratti. Spinta dalla curiosità, scopre una porticina incassata nel muro, attraverso la quale precipita in un universo gemello e parallelo: una fotocopia colorata della sua vita, in cui l’Altra Madre e l’Altro Padre sono pieni di premure, i vicini sono artisti circensi e gli animali parlano. Ma la perfezione è solo apparente: Coraline scoprirà subito che i suoi secondi genitori sono automi con bottoni al posto degli occhi e che dietro i sorrisi, i doni e i manicaretti dell’Altra Madre si nascondono le perfide mire di una strega mangia-bambini. L’avventura della piccola eroina sarà una corsa contro il tempo per riscattare le vittime della megera e salvare i suoi veri genitori da un malefico incantesimo. Il romanzo di Gaiman, pubblicato nel 2002 e tradotto in più di trenta lingue, aveva già ispirato un cortometraggio, una pièce teatrale, uno spettacolo di marionette, una graphic novel e un musical off-Broadway. L’autore ha preso parte attiva alla trasposizione cinematografica e il risultato è uno splendido omologo con poche aggiunte al plot originale. “Quando ho letto per la prima volta il manoscritto sono rimasto colpito dalla giustapposizione dei mondi; quello in cui viviamo e quello in cui l’erba è sempre più verde – ha affermato il regista. – Neil ambienta le sue fantasie nei tempi moderni, nelle nostre vite. Apre, spacca le esistenze ordinarie e trova la magia”. Coraline è un prodotto avveniristico: è la più grande produzione animata realizzata con la tecnica stop-motion e la prima in 3-D stereoscopica. Selick aveva deciso che la storia, una turbinosa altalena tra due realtà diametralmente opposte, era perfetta per una lavorazione corposa e dinamica come lo stop motion. Gaiman è stato subito d’accordo: “L’animazione stop-motion unisce la fantasia con una realtà e una consistenza tangibili e il lavoro di Henry con questa tecnica è commovente”.