Apprezzate fin dall’antica Grecia, le ciliegie sono originarie dell’antica Kérasos, dalla quale traggono il nome, un’area che oggi appartiene alla Turchia, il principale produttore al mondo di questi frutti. In Italia i primi alberi arrivarono dall’Anatolia nord-orientale per mano del militare Lucio Licinio Lucullo nel 72 a.C. e da lì si diffusero in Francia e in Spagna. Oggi si coltivano con successo nei vari continenti dove vengono consumate al naturale, come frutto, ma anche sotto forma di piatti dolci e più raramente salati, in succhi, bevande e sciroppi.
Come sceglierle e conservarle
Date la preferenza a ciliegie biologiche perché così potete consumarle intere, peduncoli e noccioli compresi. Devono essere sode e avere un colore acceso ma non troppo lucido: potete essere indice di trattamenti superficiali con cere o prodotti chimici. La maturazione deve essere uniforme considerando che non prosegue dopo la raccolta.
Riponetele sempre in frigorifero in sacchetti traspiranti o di carta. Non staccatele dai peduncoli e lavatele solo al momento del consumo. Meglio mangiarle non oltre i due-tre giorni dall’acquisto. In alternativa congelatele dopo averle pulite: sciacquatele in acqua, asciugatele con un panno, staccatele dai peduncoli, apritele a metà e privatele dei noccioli. Una volta congelate, provate a frullarle con yogurt e sciroppo d’acero: diventano una sorta di gelato.