Neil Simon ha in questa commedia un gusto diverso sia nella scrittura che nell’evoluzione della storia. Si ride, di quel modo intelligente ed elegante che lui conosce bene ma, allo stesso tempo, si hanno spunti interessanti di riflessione che fioriscono proprio in quei momenti in cui l’autore sembra spingere alla facile conclusione. La virata porta proprio la commedia verso quei piccoli drammi quotidiani  che tutti conosciamo molto bene. La quota dei sentimenti è sempre alta: Neil Simon, che certamente è tra gli autori più amati e rappresentati, costruisce in questo testo la risata e il dramma con la medesima intensità abituando il pubblico ad una gamma molto vasta di sentimenti che si susseguono. Sei personaggi, tre uomini e tre donne. Caratteri rubati alla quotidianità, vicende immediatamente riconoscibili. Un’elegante cena al buio, anzi “ a sorpresa” nella quale nessuno sa che incontrerà il suo ex, diventa la soluzione a tre storie finite male. Ma non sempre l’ epilogo è quello del “vissero felici e contenti” e la vera sorpresa della cena forse è quella che l’autore fa al pubblico. Ricchissimo il cast americano, sei attori bravissimi, alcuni dei quali conosciuti anche al pubblico italiano grazie alla loro visibilità data da cinema e televisione. Tra tutti Henry Winkler il “Fonzie “della famosissima serie Happy Days e John Ritter: una messa in scena durata circa due anni con un successo di pubblico e critica molto importante. L’idea di portare in Italia con Giuseppe Pambieri, Giancarlo Zanetti, Lia Tanzi, Michele  De’ Marchi, Maria Letizia Gorga, Simona Celi, forse l’unico testo teatrale di Simon ancora inedito e mai portato in scena è sembrata, oltre per il valore del testo in sé, molto interessante sotto l’aspetto strettamente culturale: una nuova scrittura e una nuova analisi intorno ad uno degli autori più importanti del secolo. Roma.Sala Umberto5/24 ottobre