La cannella è una spezia comunemente utilizzata nella cucina italiana, facilmente distinguibile per il colore che va dal nocciola al rosso-bruno e per il caratteristico profumo. Conosciuta da Greci, Romani ed Egizi, è tra le spezie più antiche e con il suo profumo intenso conquistò nobili e aristocratici di tutto il mondo, tanto da guadagnarsi il titolo di “spezia dei re”. Due sono le varianti più diffuse, entrambe originarie del sud est asiatico: Cinnamomun zeylanicum (o cannella di Ceylon), nativa dello Sri Lanka e più costosa, e Cinnamomum cassia, più economica e originaria della Cina, caratterizzata da un aroma più secco. La cannella è ricavata dall’essiccazione della parte più interna della corteccia di queste e altre piante, appartenenti alla Famiglia delle Lauraceae, ed è commercializzata sotto forma di bastoncini o in polvere. Contiene molti minerali, tra cui spiccano per quantità ferro, calcio e potassio, e anche molte fibre.
Le sono state attribuite diverse proprietà benefiche per l’organismo umano: è in grado di migliorare la digestione, riducendo flatulenza e disturbi digestivi; di controllare i livelli di zuccheri nel sangue; di ridurre gli attacchi di fame (grazie al controllo della glicemia e al rallentamento della velocità di svuotamento gastrico) aiutando a mantenere il peso corporeo nella norma; di regolare il ciclo mestruale; di combattere e prevenire le infezioni, soprattutto fungine e batteriche. Nella medicina tradizionale cinese, la cannella viene utilizzata insieme ad altre erbe in decotti per il trattamento del raffreddore.
Il meccanismo d’azione
L’idrossicinnamaldeide, un componente della cannella, esercita effetti antinfiammatori inibendo la produzione di NO, ossido nitrico, attraverso il fattore nucleare kappa B. La cannella inibisce anche l’attività della idrossimetilglutaril-CoA reduttasi (HMG-CoA reduttasi), un enzima della classe delle ossidoreduttasi, e riduce i livelli di lipidi nel sangue sia negli animali che nell’uomo. L’estratto di cannella si lega al recettore beta degli estrogeni e ha un effetto stimolante diretto sulla formazione ossea. In altri studi l’aumento dell’attività proapoptotica dell’estratto di cannella è stato attribuito all’inibizione di NF-kappaB e AP1.
La ricerca scientifica
Studi in vitro suggeriscono che la cannella ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, immunomodulanti, antimicrobiche, antitumorali e anti-estrogeniche. Dati preliminari mostrano che gli estratti di cannella possono ridurre la resistenza all’insulina nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico, migliorare i parametri della sindrome metabolica e ridurre la placca dentale e la gengivite. Sono stati condotti anche studi sull’uomo. Diverse metanalisi e una revisione sistematica della letteratura suggeriscono che la cannella e i suoi estratti migliorano il controllo glicemico ma gli studi hanno un’elevata eterogeneità e richiedono ulteriori conferme. Alcune metanalisi hanno indicato che la supplementazione di cannella può ridurre i trigliceridi nel sangue, le concentrazioni di colesterolo totale e i livelli di proteina C-reattiva. Studi sull’uso topico di un unguento alla cannella suggeriscono che può alleviare il dolore perineale e migliorare la guarigione delle incisioni episiotomiche nelle donne dopo il parto. La cannella, e in particolare la Cassia, contiene cumarina, una sostanza che a dosaggi elevati può nuocere a fegato e reni ed è consigliabile quindi non abusarne. Tra gli effetti avversi sono stati segnalati disturbi gastrointestinali e reazioni allergiche che in molti casi sono autolimitanti.
Fonte: Herbs – Memorial Sloan Kettering Cancer Center.
DA L’ERBORISTA