Marco Bellocchio è orgoglioso del suo Mussolini e la stampa estera gli da ragione: la proiezione del film sui retroscena privati del Duce, oltre a convincere il pubblico, ha spinto Variety a definirlo “un’opera entusiasmante e brillante”, mentre Screen International ne ha visto i “fuochi d’artificio d’autore”. Meno calda l’accoglienza dei giornali italiani, ad eccezione dell’inatteso plauso dell’Osservatore Romano. Strano, verrebbe da commentare: visto che le stoccate a latere di Bellocchio sull’Italia odierna hanno bersagliato proprio il Vaticano, oltre alla “democrazia autoritaria” di Berlusconi. Delle possibili analogie tra lo strapotere del Duce e la leadership accentratrice del Premier, Bellocchio ha detto: “Mussolini è stato il primo politico che si è servito della sua immagine per imporsi. È  ovvio che anche oggi è così, se Berlusconi controlla i mezzi d’informazione ha lo stesso potere”. E sull’antiberlusconismo galoppante della Sinistra, il regista conclude: “è chiaro che non poteva funzionare. Infatti voterò radicale, almeno loro sono coerenti”. Altro eccessivo protagonista dei palinsesti televisivi, per Bellocchio, è la Chiesa: “C’è una sproporzione evidente tra le chiese vuote e il fatto che dobbiamo sorbirci tutti i giorni il Papa in tv”. Dal gioco delle somiglianze con l’Italia aggiogata degli anni ’30 resta esclusa la protagonista femminile di Vincere: Ida Dalsér (Giovanna Mezzogiorno), compagna e forse moglie di Mussolini (Filippo Timi) ai tempi della sua ascesa, prima dei trionfi militari, poi crudelmente rinnegata; donna agguerrita, eroina tragica che combatté invano per sé e per il figlio avuto dal Duce, Benito Albino (sempre Timi), gridando pubblicamente l’ingiustizia subita, ma che finì i suoi giorni in manicomio. La Dalsér come Veronica Lario, artefice anch’essa di una denuncia mediatica sulle magagne del famoso consorte? Nega Bellocchio: “Mi sembra tutta un’altra storia.. La signo­ra Lario ha reso pubblica la sua volontà di divorziare ma non mette certo in discussione i suoi diritti e privilegi. Ida è mor­ta in manicomio, offesa e di­menticata. Non sarà certo la sor­te di Veronica”.